Scavi di Pompei, si fa avanti la Regione. Ma è bufera sulla fondazione. A novembre nuovo bando per la Soprintendenza STELLA CERVASIO GIOVEDÌ, 07 OTTOBRE 2010 LA REPUBBLICA - Napoli
Il ministro Bondi "Amareggiato per le critiche"
Cerasoli: "Troppi interessi sull´area"
DAL NOSTRO INVIATO POMPEI - Il caso Pompei finisce al ministero per i Beni culturali e diventa una questione politica. Ma i problemi restano tutti. In una conferenza stampa ieri Bondi si è detto "amareggiato" per le critiche degli articoli di denuncia sul degrado di Pompei di "Repubblica" del 4 ottobre (che parlava di due inchieste aperte dalle Procure di Salerno e Torre Annunziata sui fondi europei e sulla gestione commissariale) e del "Corriere" del 5 ottobre scorso. Tuttavia per i vertici del ministero «il futuro di Pompei» continua a essere «la fondazione, oppure un organismo diverso come un´associazione, un consorzio o semplicemente un rafforzamento della Soprintendenza che già ha poteri speciali». Un organismo, in ogni caso, in cui la presenza della Regione Campania sarà massiccia. Al Collegio romano ieri la voce era unanime: «La Regione farà la parte del leone nella struttura che dovrà reggere e amministrare l´area archeologica». L´altro dilemma è rappresentato dalla nomina ad interim della nuova reggente della soprintendenza, Jeanette Papadopoulos, subentrata al neopensionato Giuseppe Proietti, che era stato designato anche lui "a tempo". Saltato alla fine del mese scorso anche l´incarico ad Angelo Mario Ardovino, ex dirigente del ministero, senza una motivazione ufficiale. Il segretario generale del Mibac Roberto Cecchi ha annunciato che a novembre si bandirà un concorso per soprintendenze di Napoli, Pompei, Roma e Firenze. «In questo modo - ha detto - potranno fare domanda anche le 7 nuove figure dirigenziali risultate idonee per le quali Tremonti ci ha dato il via libera a settembre». «Provo grande amarezza per quanto è stato scritto insieme a tanto orgoglio per quel che è stato fatto. Oltre cento interventi effettuati, investimenti in tutela per oltre 65 dei 79 milioni a disposizione (l´83 per cento), un nuovo impianto di illuminazione e antincendio, servizi igienici adeguati, un posto di pronto soccorso, aperture notturne. E ancora: niente più "assalti" delle guide abusive ai gruppi turistici, una riduzione quasi totale del randagismo», ha detto il ministro. Ma non è tutto oro. I giudici indagano sulla effettiva necessità di una procedura di somma urgenza diventata strumento di uso comune nei diciotto mesi della gestione del commissario della Protezione civile Marcello Fiori. Per la Casa dei Casti Amanti un intervento di poche migliaia di euro è lievitato a circa un milione e la stessa impresa, lavorando sempre con affidamento diretto, al Teatro Grande, dagli iniziali circa 600 mila euro è passata a 5 milioni. Quanto al randagismo, il problema è ancora aperto nonostante cospicui investimenti (86 mila euro solo per la prima tranche dell´intervento denominato "(C) ave Canem"). Circolano foto di cani non monitorati dagli enti incaricati dal commissario Fiori. Attualmente sono i custodi a occuparsi degli ospiti a quattro zampe. «Se Bondi è amareggiato noi lo siamo ancor di più per le condizioni in cui questo governo ha ridotto la cultura in Italia - polemizza Luisa Bossa, deputata Pd ed ex sindaco di Ercolano - A Pompei mancano vigilanza, coordinamento, criteri di gestione e soprattutto una strategia complessiva di rilancio del turismo culturale che punti sul valore e non sul business». Alla conferenza stampa di ieri era presente il sottosegretario Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Pdl, unico collegamento con il ministero e con l´argomento in discussione, il suo collaboratore Nicola Mercurio, ex componente dello staff del commissario di Pompei Marcello Fiori e ancora in servizio in soprintendenza come addetto agli eventi speciali. «Gli interessi su Pompei sono molteplici - dice a caldo dopo l´incontro al Collegio romano il responsabile Uil Beni culturali Gianfranco Cerasoli - e si vuole dimostrare che l´unico sistema per gestirla sia quello della Protezione civile. In realtà basterebbe dare più autonomia cambiando il cda con l´ingresso del Comune di Pompei, Provincia e Regione e affidando a un soprintendente i poteri con cui derogare da talune norme. Non serve la fondazione - prosegue Cerasoli - sarebbe un altro carrozzone per succhiare soldi e per occupazione di posti».
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