NAPOLI - Il destino incerto di palazzo Zevallos GUIDO DONATONE La Repubblica 09-10-10, pagina 1 sezione NAPOLI
NAPOLI rischia di perdere la grande occasione di un nuovo polo espositivo museale e di subire nel contempo l'alterazione della struttura seicentesca del palazzo Zevallos Stigliano in via Toledo, sede storica della Banca Intesa San Paolo, già Banca Commerciale Italiana. Infatti la società privata proprietaria dell'edificio, che non è la banca, ha messo in vendita l'immobile e risulta che sono stati già presentati in via informale dei progetti per trasformare in un centro di vendita o in un megastore un'area interna del palazzo. Ciò vanificherebbe il programma, recentemente ribadito dal presidente di Banca Intesa, Giovanni Bazoli, che prevede di ampliare gli spazi della sede già destinati alla esposizione delle collezioni di opere d'arte dell'istituto di credito, tra cui primeggia il famoso "Martirio di Sant'Orsola". l "Martirio di Sant'Orsola" è l'ultimo capolavoro dipinto a Napoli dal Caravaggio. Prima di essere comprato dall'allora Banca Commerciale e di essere stato riconosciuto quale opera di Caravaggio, fu acquistato per 2 milioni di vecchie lire da un colto collezionista che lo restituì alla proprietaria dopo il giudizio espresso da un grande esperto: "Anonimo caravaggesco destinato a rimanere tale". Nel solco della peculiare tradizione mecenatesca, l'Intesa San Paolo intende invece sviluppare la sua politica culturale realizzando nella sede di via Toledo un vero e proprio polo museale con esposizione permanente di opere d'arte dell'istituto e presentazioni temporanee di mostre antologiche. Attualmente, ad esempio, è in corso la mostra di una selezione dell'importante collezione archeologica della banca di vasi figurati di ceramica attica e magnogreca, dedicata a "Le ore della donna", che è stata integrata con alcuni straordinari crateri ritrovati a Ruvo di Puglia e prestati dal museo Archeologico nazionale di Napoli. È peraltro da sostenere l'idea lanciata da Cesare de Seta ("Il Mattino" del 6 ottobre scorso), di raccogliere nella sede napoletana l'intera collezione di pregevoli ceramiche di scavo provenienti dall'Italia meridionale, che attualmente è conservata nei depositi del palazzo Leoni Montanari a Vicenza, e altresì di riunire a palazzo Zevallos Stigliano anche le cospicue collezioni d'arte del Banco di Napoli, entrato a far parte dello stesso gruppo Banca Intesa. Tali raccolte, che comprendono dipinti dal Cinquecento al Settecento, e pitture, sculture e disegni dell'Ottocento, risultano oggi dislocate provvisoriamente in svariate sedi museali (va rammentato che fu un esponente di Italia Nostra che chiese e ottenne dall'allora presidente del Banco di Napoli, Federico Pepe, di impedire la dispersione fuori di Napoli delle opere d'arte di proprietà del Banco). Ricordiamo intanto che il palazzo fu realizzato dall'architetto Cosimo Fanzago negli anni 1639-1653 (le sue vicende architettoniche sono state ricostruite da Gaetana Cantone) per Giovanni Zevallos, uno di quegli spagnoli spiantati: "povero e miserabile Uffiziale della scrivania di Ratione ...", scrivono i cronisti, il quale praticando prestiti usurai alla corte aveva accumulato ricchezze tali da farsi una "abitazione d'Imperatore" (come attesta lo splendido portale del palazzo), e da comprarsi anche la città di Ostuni assumendone il titolo di duca. Era perciò odiato dal popolo napoletano, che durante la rivolta di Masaniello (1647) saccheggiò per ben due volte il palazzo. Tornando alla tutela di palazzo Zevallos, problema che ora è strettamente connesso al benemerito programma di politica culturale di Intesa San Paolo, chiedo attraverso le pagine di "Repubblica", a nome di Italia Nostra, al soprintendente ai Beni architettonici di Napoli, Stefano Gizzi, di aggiornare il vincolo monumentale a cui è già assoggettato il palazzo integrandolo con un nuovo vincolo di destinazione d'uso, ai sensi del Dl numero 42 del 2004 (Codice dei beni culturali). Il nuovo vincolo deve preservare l'attività della banca e soprattutto la funzione - attuale e da incrementare - culturale e artistico-museografica del palazzo, dove potranno essere esposti anche il monumentale Presepe napoletano del Settecento, oggi custodito a Palazzo Reale, nonché le altre opere di pittura, scultura e di arti decorative antiche e moderne di proprietà delle predette banche, così costituendo un nuovo polo di attrazione turisticoculturale al centro della città.
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