BOLOGNA - La resa di Maraniello PAOLA NALDI La Repubblica 10-10-10, pagina 1 sezione BOLOGNA
«ANCHE se il Mambo non chiuderà, niente sarà più come prima. Dovremo rivedere gli orari di apertura, non avremo più l'entrata gratuita, che è stata una boutade populista e demagogica. Nel 2011 la Finanziaria ci impone di spendere solo il 20 % di quel che abbiamo speso per le mostre nel 2010: questo per noi significa un mancato introito di 1,4 milioni». È uno sfogo amaro quello che Gianfranco Maraniello, direttore del Mambo, ha pronunciato nella Giornata del Contemporaneo. NEL ripercorre le tante cose realizzate e nell'annunciarne di nuove, il direttore del Mambo ha ribadito quanto la situazione del museo sia critica. «Non abbiamo alzato la voce per avere soldi - spiega nel corso della sua conferenza- ma per chiedere al Comune che decida come affrontare la crisi. Sono fiducioso, ma non vorremmo che nel 2011 la Ragioneria ci dicesse che abbiamo presentato spese "non sostenibili". Ci sono costi di gestione che non possono essere coperti da sponsor. Con il contributo stanziato dal Comune, oggi poco più di 400mila euro, non potremo arrivare alla prossima gara europea per l'affidamento dei servizi». Ma le critiche espresse da Maraniello, oltre l'ambito locale, toccano le non poche contraddizioni del «sistema» italiano: «I quotidiani stranieri ci coprono di elogi. Se vi sono giornali italiani che non si sono mai accorti di noi, c'è qualche cosa che non va: è difficile avere recensioni da un critico d'arte che ambisce a dirigere questo museo». Si può continuare a lavorare per il futuro? La risposta di Maraniello è sì, magari con modalità diverse da quelle consuete. Ed ha elencato le prossime mostre: Matthew Day Jackson dal 27 gennaio, Marcel Broodthaers e Plamen Dejanoff, gli stranieri invitati per il 2012, l'Arte Povera a settembre 2011, quindi Mimmo Jodice e Mario Ceroli che, nonostante le azioni legali contro il Comune, è rimasto entusiasta del Mambo.
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