Venere di Morgantina. Sosta a Palermo? Aidone si oppone Saverio Leoni Gazzetta del Sud 15/10/2010
Si temono rischi sull'integrità della statua in procinto di rientrare a casa dagli Usa È contesa sulla Venere di Morgantina
PALERMO. C'è chi la vuole subito e chi dice che sia pericoloso ogni spostamento. La Venere di Morgantina, in procinto di tornare a casa dopo aver passato 22 anni al Paul Getty Museum di Malibu, in California, è contesa tra Palermo ed Enna, dopo essere stata per anni al centro di una querelle tra l'Italia e gli Stati Uniti. Prima di tornare ad Aidone, nel sito di Morgantina, la statua dovrebbe infatti soggiornare a palazzo dei Normanni per un'esposizione temporanea. Un altro viaggio, a cui si oppongono però esperti e il sindaco di Aidone, perla preziosa statua che venne trafugata da Morgantina nella seconda metà del Novecento e venduta al Paul Getty Museum che l'acquistò nel 1988 in un'asta a Londra per 28 miliardi di lire. Chi finora l'ha potuta ammirare e conservare consiglia di non spostarla, ma il suo ritorno in Italia è ormai certo. «E' molto pericoloso smontare e rimontare la Venere, è una statua fragilissima, ogni spostamento è un trauma per la struttura. Meglio limitare al minimo ogni intervento», ha detto Jerry Podany, conservatore capo per le antichità del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, intervenendo al convegno internazionale sulla protezione dei beni culturali dal danno sismico organizzato dal Centro regionale di restauro a Palermo. «La parte più fragile della Venere - ha spiegato - è il busto, in tufo calcareo morbido, mani e viso sono invece in marmo. Verrà smontata in tre pezzi più mani e piedi, per poter viaggiare in nave, a carico del Getty Museum, ed essere riconsegnata allo Stato Italiano. A quel punto la responsabilità non sarà più nostra ma, da conservatore, vorrei avvenire del pericolo». La statua dovrebbe poi essere esposta a Palermo come stabiliscono due decreti della Regione, firmati dall'ex assessore ai Beni culturali Gaetano Armao. Ma andrebbe rimontata per poterla mostrare al pubblico, cosa questa che desta le preoccupazioni di conservatori e tecnici, oltre alle proteste dell'assessore provinciale di Enna ai Beni Culturali, Maurizio Campo, che parla di «espropriazione culturale». Il problema però è il trasporto. «Arriveremo in quattro, io e i miei tecnici - ha proseguito Podany - cercheremo di aiutare il più possibile lo spostamento della statua che tra l'altro, forniremo di un piedistallo antisismico, come prevede l'accordo con la Regione». Ma ad Aidone la popolazione è scesa in piazza per manifestare contro la decisione di far sostare la statua a Palermo. Anche il dirigente generale dei Beni culturali, Gesualdo Campo, ha sottolineato come «la statua debba ritornare alla terra da cui è stata trafugata. La scelta di sistemarla ad Aidone è fortemente identitaria». Peccato che ancora non sia stato deciso dove sistemarla: l'ipotesi più accreditata è quella della chiesa di San Vincenzo Ferreri (ex san Domenico) dove però i lavori di restauro, non ancora iniziati, dureranno almeno fino alla fine di aprile. Nel frattempo, dove conservare la statua che dovrebbe giungere a metà marzo? «Nel museo archeologico» dice Enrico Caruso, a capo del parco archeologico di Morgantina.
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