Venere di Morgantina. L'esperto: «Attenti alla Venere: è fragilissima» Giornale di Sicilia 15/10/2010
Jerry Podany, conservatore-capo del Getty Museum, parla dei rischi che potrebbe correre nel trasporto la statua di Morgantina
PALERMO. «È molto pericoloso smontare e rimontare la Venere, è una statua fragilissima, ogni spostamento è un trauma perla struttura. Meglio limitare al minimo ogni intervento». Jerry Podany, conservatore-capo per le antichità del Paul Getty Museum di Los Angeles si dice preoccupato sullo spostamento della Venere di Morgantina che nella prossima primavera verrà restituita all'Italia. Ieri - intervenendo a Palermo al Convegno internazionale sulla protezione dei beni culturali dal danno sismico, organizzato dal Centro regionale di restauro all'interno di un accordo tra l'assessorato regionale ai Beni Culturali e il museo americano - ha spiegato: «La parte più fragile della Venere è il busto, in tufo calcareo morbido, mani e viso sono invece in marmo. Verrà smontata in tre pezzi più mani e piedi, per poter viaggiare in nave, a carico del Getty Museum, ed essere riconsegnata allo Stato Italiano. A quel punto la responsabilità non sarà più nostra ma, da conservatore, vorrei avvertire del pericolo». La statua dovrebbe raggiungere immediatamente Aidone, anche se due decreti della Regione, firmati dall'ex assessore ai Beni culturali Gaetano Armao, prevedono una sosta espositiva a Palazzo dei Normanni. Ma andrebbe rimontata per poterla mostrare al pubblico, cosa questa che destale preoccupazioni di conservatori e tecnici. «Arriveremo in quattro, io e i miei tecnici - spiega Podany - cercheremo di aiutare il più possibile lo spostamento della statua che tra l'altro, forniremo d un piedistallo antisismico, come prevede l'accordo con la Regione Sicilia. Ma lavoreremo con i colleghi del Centro di restauro siciliano con i quali sono in stretto contatto». Tra l'altro in questi giorni ad Aidone, la popolazione è scesa in piazza per manifestare contro la decisione di far sostare la statua a Palermo. Anche il dirigente generale dei Beni culturali Gesualdo Campo ha sottolineato come «la statua ritorna alla terra da cui è stata trafugata. La scelta di sistemarla ad Aidone è fortemente identitaria». Peccato che Aidone stia ancora decidendo dove sistemarla: l'ipotesi più accreditata è quella della chiesa di San Vincenzo Ferreri (ex san Domenico) dove però i lavori di restauro, non ancora iniziati, dureranno almeno fino alla fine di aprile. Nel frattempo, dove conservare la statua che dovrebbe giungere a metà marzo? «Nel museo archeologico - interviene Enrico Caruso, a capo del Parco archeologico di Morgantina - la potremmo esporre smontata, a fianco degli Acroliti e dei sedici argenti della Casa di Eupolemos: uniti alla straordinaria area archeologica di Morgantina, rendono la zona un punto culturale di interesse nevralgico per l'intero territorio dove, a poca distanza, c'è la Villa del Casale che proprio a primavera dovrebbe essere completata».
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