ROMA - Non è una macchina da soldi va restaurato con tempo e cura CHIARA RIGHETTI La Repubblica 15-10-10, pagina 5 sezione ROMA
«LA VALORIZZAZIONE? Va benissimo. Ma non si può utilizzare il Colosseo come fosse un bancomat, un distributore di denaro. Servono soprattutto, e come sempre, la tutela e una cura continua che limitino l' impatto di milioni di visitatori ogni anno»: parola di Adriano La Regina, l' archeologo che per trent' anni ha vegliato sul patrimonio della capitale, nel giorno in cui il Mibac certifica il nuovo record di 19mila visitatori al giorno. La Regina, il ministro Bondi tornaa parlare di valorizzazione. «Il Colosseo da solo, con i suoi introiti (35 milioni all' anno, ndr ), dà sostegno economico a tutte le attività della Soprintendenza. Del resto il Colosseo è stato concepito per un uso di massa, e tiene bene». Valorizzazione quindi non come sinonimo di messa a reddito. «Piuttosto un mix di conservazione e fruibilità. Anche perché è limitante valutare la redditività di certi monumenti in termini di prezzo del biglietto. Uno spende 12 euro per vedere il Colosseo? Lo stesso giorno ne spende 200 per visitare Roma, senza contare il valore in termini culturali e d' immagine. Ribadisco: valorizzare è bene se con la giusta proporzione d' investimenti in accessibilità e sicurezza. Del monumento e del pubblico». Che è un' operazione delicata. «Per il Colosseo negli anni Novanta la Banca di Roma donò 40 miliardi di lire. Dovrebbero essercene ancora 7, oltre 3 milioni di euro, non spesi, per la pulitura della facciata. Che fu avviata in via sperimentale, per valutare il metodo più adatto e i costi complessivi. Lo dico per dire che non sempre è vero che trovando più soldi è legittimo andare più spediti: il restauro conservativo comporta attenzione, studio. Diversamente si spende lo stesso, ma si rischia di far danni. Pensi alle cancellate. È certo che ne vanno installate di permanenti, ma mica si può ordinarne 80 e bucare le pareti: vanno progettate una ad una». Il maxi-bando per il restauro sarà una buona soluzione? «Il fatto è che stavolta non parliamo di donatori, ma d' investitori che legittimamente si aspettano un ritorno d' immagine. Spero che per gli sponsor si trovino soluzioni adeguate: Roma è stata devastata per anni dagli infami teloni sulle facciate. Abbiamo avuto obelischi occultati per mesi col pretesto di monitorarne la stabilità». Cosa pensa del possibile coinvolgimento del Comune nella gestione di Colosseo e relativi introiti? «Che lo Stato debba sostenere il Campidoglio nella tutela del suo patrimonio artistico- pensi alle Mura aureliane - è sacrosanto. Che debba farlo attraverso il Colosseo è curioso, se non dannoso. E c' è qualcosa di mortificante in un clima in cui le istituzioni mettono gli occhi sul monumento che dà più introiti e se lo litigano, come già per il David».
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