Bondi: competenza allo Stato per la tutela dei beni culturali Arena – Giornale di Vicenza 16/10/2010
Il ministro è contro la delega alle Regioni e agli enti locali
La tutela del patrimonio artistico e culturale deve rimanere necessariamente allo Stato, visto che ogni sua delega potrebbe rappresentare «una rinuncia alla nostra identità nazionale»: questa la linea politica che il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ha confermato durante l'assise inaugurale dell'Osservatorio per le culture del Paese a Milano. «Resto convinto», ha detto il ministro, «e mi sono impegnato e mi impegnerò in questo senso, distinguendomi anche da altre forze politiche della maggioranza e dell'opposizione, che in questo momento la funzione di tutela del nostro patrimonio storico deve essere mantenuta saldamente e rigorosamente in capo allo Stato». In caso contrario, per Bondi, si potrebbe arrivare a minare l'identità stessa della nazione. «In questo momento storico e politico», ha aggiunto Bondi, «affidare non la valorizzazione ma la tutela del nostro patrimonio alle Regioni e agli enti locali significa commettere gli stessi errori del passato. Significherebbe rinunciare, diciamolo francamente, alla tutela del paesaggio italiano e del suo patrimonio culturale, significherebbe rinunciare alla nostra identità nazionale». Discorso opposto, invece per i compiti di valorizzazione. «La valorizzazione del patrimonio», ha precisato Bondi, «è un compito che può essere assolto non soltanto dal governo centrale ma anche e soprattutto dagli Enti locali e dai privati». La tutela è disciplinata dalla legge Bottai del 1939, compresa ora nella legge quadro sui beni culturali, che istituì le soprintendenze, da anni nel mirino della Lega che vorrebbe passarne i compiti alle Regioni.
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