Roma. Piazza di Spagna, il 31 ottobre apre al pubblico "un inedito barocco" Italia sera 20/10/2010
Dopo un complesso intervento di restauro avviato nel 2004, il Palazzo di Propaganda Fide, sede storica della Congregazione della propaganda della Fede che si affaccia su piazza di Spagna, firmata dal genio barocco di Bernini e Borromini, aprirà al pubblico con un inedito percorso museale. Se l'intervento di restauro ha coinvolto quasi 11mila metri quadrati di superficie, con una spesa di oltre 15milioni di euro di cui 5milioni sostenuti da Arcus, il museo si svilupperà su oltre 1900 metri quadrati, coinvolgendo principalmente il piano nobile. La chiusura del cantiere è prevista per il 31 ottobre, poi seguiranno cinque settimane di allestimento e per il 9 dicembre è prevista l'inaugurazione istituzionale con apertura al pubblico dal 10 dicembre, solo di pomeriggio (dalle 14 alle 18 con uscita alle 19). Se le prime due settimane l'ingresso sarà consentito tutti i giorni, la formula permanente sarà di tre pomeriggi a settimana, con biglietto intero di 8 euro comprensivo di audioguida. L'annuncio è stato dato oggi nel corso della presentazione dell'operazione presso l'ex Chiesa di Santa Marta dal direttore generale Affari generali del Mibac Antonia Pasqua Recchia, dal presidente e dal direttore generale di Arcus, Ludovico Ortona e Ettore Pietrabissa, dal sottosegretario della Congregazione Fabio Cenci, e dal direttore del museo Francesco Buranelli. Presente in sala anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta. Solo tre pomeriggi a settimana, purtroppo, per scoprire un "tesoro" di Roma fino ad oggi precluso al grande pubblico, nato nel Seicento come prima sede del Pontificio Collegio Urbano, che svelerà non solo gioielli architettonici che hanno visto sfilare il grande mecenatismo illuminato di Urbano VIII, Innocenzo X, il cardinale Antonio Barberini, ma anche la grazia di Bernini e l'estro di Borromini, così come una collezione di opere dove spicca la grande quadreria che ha restituito anche un inedito lavoro firmato da Antonio Canova e datato al 1793. "L'intervento ha puntato al restauro e al consolidamento dell'intero complesso architettonico - dice Recchia - Il Palazzo, che non è dello Stato italiano in quanto bene extraterritoriale del Vaticano, ma presente nel territorio di Roma ha una storia e un valore interessantissimi, che ha visto la coabitazione intensa dei sommi del Barocco Bernini e Borromini. Diventa oggi un ulteriore esempio di conservazione volta alla fruizione pubblica perché con questo restauro offriremo un percorso d'arte nascosta, di cui il pubblico non sapeva nulla". Se Ortona avverte che con questo restauro crescerà l'offerta culturale di Roma, monsignor Cenci sottolinea come "il nuovo museo offrirà un contributo importante alla conoscenza dell'attività della congregazione".
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