Beni culturali, un indotto da 167 miliardi Avanti! 22/10/2010
I risultati dello studio voluto dal Mibac e prodotto da Unioncamere tramite l'Istituto "Guglielmo Tagliacarne"
Il giro d'affari delle attività collegate al patrimonio e alle attività culturali crea un valore aggiunto di 167 miliardi di euro e una occupazione di oltre 3,8 milioni di unità (al 2006). Il nucleo ristretto all'esclusivo intervento sui beni e le attività culturali sviluppa valori superiori al 10 per cento di quelli più generali. Sono alcuni dati che emergono da un recente studio voluto dal ministero peri Beni e le attività culturali e prodotto da Unioncamere tramite l'istituto "Guglielmo Tagliacarne", che verrà presentato a Lucca, in occasione della VI edizione di Lu.Be.C. Digital Technology. A illustrarlo Antonia P. Recchia, direttore generale per l'Organizzazione, innovazione, bilancio e personale del Mibac che alle 11 svolgerà la relazione "Beni culturali ed economia: gli strumenti per crescere insieme". L'obiettivo dello studio, realizzato con l'utilizzo di modelli econometrici rigorosi, è quello di dimostrare che esiste in Italia una vera e propria filiera produttiva connessa al patrimonio e alle attività culturali, corrispondente a una serie di attività, prodotti, lavori, servizi, il cui ciclo andava perimetrato e valorizzato, al di là delle affermazioni e consapevolezze convenzionali sul valore del patrimonio culturale come asset del sistema Italia in termini di immagine e di attrattività. "Poter documentare i grandi numeri del sistema produttivo che ruota intorno al patrimonio culturale è necessario per dimostrare che le somme impegnate per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio stesso sono degli investimenti e non dei costi per la finanza pubblica", afferma Recchia. Sono dimensioni economiche di tutto rispetto, che devono concorrere a fornire supporto decisionale anche in periodi congiunturali assai critici come quello attuale. L'Amministrazione pubblica fa tesoro di questi dati, adeguando al meglio, pur in un contesto di drastiche restrizioni di bilancio, la propria progettualità e la qualità dei sevizi erogati. La progettualità, infatti, si è incentrata su tematiche di particolare rilevanza che concernono il controllo territoriale, ambientale, locale, la sicurezza, la conservazione, l'organizzazione e i sistemi innovativi di fruizione, la diffusione territoriale. Senza trascurare obiettivi di supporto come l'internalizzazione di capacità, competenze, miglioramenti nella gestione: si va dall'aumento dell'efficienza in un quadro di maggiore economicità alla maggiore qualità ed efficacia nei servizi erogati, sia amministrativi che culturali; dall'innovazione nei sistemi della conoscenza e della conservazione al rafforzamento delle strutture e delle relazioni territoriali correlato all'identificazione di ruoli più efficaci e di riferimento nazionale per le strutture centrali.
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