TOSCANA - Ritrovamenti unici a Roselle e Marina di Alberese 22-10-10, 07Grosseto IL TIRRENO -
Roberta Bogi Pagnini ALBERESE. Un intero anno di lavoro per arrivare a ritrovamenti unici nel loro genere. Si è concluso nei giorni scorsi il progetto archeologico Alberese che dal 2009 ad oggi ha cercato di rispondere ad alcuni interrogativi storiografici riguardanti la romanizzazione dell’Etruria meridionale ed è riuscito a portare alla luce due importanti scoperte come lo scavo dello Spolverino e dei templi dello Scoglietto a Marina di Alberese. Un progetto nato da un accordo di ricerca tra la Soprintendenza ai Beni Archeologici, l’Ente Parco della Maremma e l’azienda regionale di Alberese, in collaborazione con la Proloco Alborensis e reso possibile grazie al contributo della Fondazione Mps. Con lo scavo dello Spolverino, gli archeologi che con dedizione e passione hanno lavorato quotidianamente, è stato portato alla luce il porto di cabotaggio di Roselle ritrovato ad otto metri di distanza dal fiume Ombrone. Qui, il team di archeologi grossetani, in tutto 64 studenti provenienti anche dall’Europa e dall’America e guidati dal professor Mario Cygielman e Matteo Colombini hanno scavato dal 31 maggio al 3 luglio per riuscire a far riemergere il porto rosellano di origine romana datato tra il 2º e il 6º secolo D.C. Oltre al porto, però, sono stati tanti gli oggetti ritrovati tra cui anfore, vasellame da cucina, un vasto repertorio numismatico ed una statuetta votiva del dio Serapide. Altro discorso, invece, per lo scavo dello Scoglietto, collocato in una posizione più favorevole, all’interno del Parco della Maremma e quindi più idoneo per essere visitato dai turisti: «sia lo Scoglietto che lo Spolverino - dice Cygielman - rappresentano due delle scoperte più importanti degli ultimi 30 anni in Maremma, in più, il primo può essere considerato un luogo chiave sul quale gli enti locali dovrebbero insistere in quanto punto di forte turismo e quindi utile per muovere l’economia». E proprio qui, è stata scoperta un’area templare che sorge a 4 km di distanza dalla costa di Marina di Alberese: il pezzo clou è un tempio databile tra la fine del 2º secolo e gli inizi del 3º secolo D.C. caratterizzato da una pianta rettangolare ed una piccola rampa di accesso. All’esterno, si è scoperto che la struttura era rivestita da lastre di marmo provenienti dall’Egitto, mentre la copertura era formata da coppi e tegole disposte a doppio spiovente. «Adesso - conclude Sandro Sebastiani, co-direttore scientifico del progetto archeologico Alberese - i lavori si fermeranno in attesa di altri finanziamenti, ma questi interessanti ritrovamenti saranno una spinta in più per il prossimo anno per continuare nello scavo delle fornaci e del magazzino rimasto a metà».
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