FIRENZE - Duomo, i no della soprintendenza Federica Sanna 24 ott 2010 CORRIERE FIORENTINO Firenze
Marino a Palazzo Vecchio: l’illuminazione non ci convince. E nella piazza non c’è bisogno di aggiungere arredi Panchine e selciato: stop anche al progetto della nuova via Martelli
Quattro no dalla soprintendenza sui progetti di arredo per piazza Duomo e via Martelli. Non piacciono le panchine a forma di punto interrogativo dietro a Santa Maria del Fiore. «Abbiamo chiesto che vengano tolte dal progetto— dice la soprintendente Alessandra Marino— perché lo spazio dietro al Duomo è importante di per sé, senza bisogno di aggiungere quel tipo di arredo». La bocciatura si estende alle panchine di via Martelli, a forma di fiore, alla ripavimentazione della strada e alla nuova illuminazione per la Cattedrale e il Battistero, pensata dalla Camera di Commercio. Palazzo Vecchio dovrà rivedere i suoi piani per piazza Duomo e via Martelli. I progetti non hanno convinto la soprintendenza, soprattutto quello che voleva delle panchine a forma di punto interrogativo messe dietro a Santa Maria del Fiore. «Abbiamo chiesto che vengano tolte dal progetto», conferma la soprintendente Alessandra Marino. Lo stop arriva proprio da quel tavolo tecnico tra enti che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo. La soprintendenza ha bocciato anche le panchine a forma di fiore previste in via Martelli, così come la ripavimentazione della stessa strada e la nuova illuminazione pensata dalla Camera di Commercio per la cattedrale e il Battistero. Il lastricato «contro la tradizione» La pavimentazione prevista per la «nuova» via Martelli sarebbe troppo difforme dalle forme tradizionali: «Si può reinterpretare in chiave moderna, ma serve il confronto con la storia» Le nuove luci su cattedrale e Battistero Illuminazione troppo forte, no all’effetto «fluttuante» di Duomo e Battistero previsto nel progetto della Camera di Commercio Dubbi sui fiori Le panchine «creative» in via Martelli non piacciono alla soprintendenza: deve continuare ad essere vissuta come strada, dice Marino, servono cambiamenti nel progetto
Il sindaco Matteo Renzi aveva presentato il progetto per piazza Duomo lo scorso agosto, una sorta di «fase due» post-pedonalizzazione, per completare la rinascita del cuore del centro storico. Si prevedeva il raddoppio delle panchine esistenti, da dodici a ventiquattro, tra via Martelli e il retro del Duomo. Sulle nuove sedute «creative», qualche riserva c’era stata fin dal primo momento: «Chiederemo ai cittadini cosa ne pensano», aveva detto il sindaco. E così è stato durante la presentazione dei Cento Luoghi. Ma poi si è presentato uno scoglio ben più alto della solita vis polemica dei fiorentini.
La sopritendenza boccia le panchine a forma di punto interrogativo senza lasciare spazio a compromessi o ripensamenti: «Abbiamo ritenuto che lo spazio dietro il Duomo — spiega Marino— fosse importante già di per sé, senza bisogno di aggiungere quel tipo di arredo. Per questo abbiamo chiesto che fossero cancellate dal progetto». Sul capitolo via Martelli resta invece qualche spiraglio: «Stiamo al momento verificando alcune modifiche», dice la soprintendente. Ma scordiamoci le panchine a fiore: «Proprio non mi convince — ammette Marino — Mi sembra importante che via Martelli continui ad essere vissuta come una strada, anche se pedonalizzata, e non una piazza. Per questo bisogna riuscire a trovare un giusto collegamento fra tutti gli spazi». E bisognerà trovare una soluzione diversa, rispetto a quella pensata dagli architetti del Comune, anche per quanto riguarda la pavimentazione: non piace l’idea del lastricato lungo, quasi a tessere un percorso che conduce dritto in piazza Duomo. «Le fasce disposte a correre parallele agli edifici sono una sistemazione che tipologicamente non corrisponde a quella strada. Va bene inserire nuovi materiali, ma l’importante è sempre riferirsi a tipologie di carattere originario: occorre mantenere la tessitura». Una scelta troppo di rottura? «Non è necessario creare un’imitazione esatta dell’originale— dice la soprintendente— ma bisogna perlomeno raffrontarsi con la tradizione, poi si può pure reinterpretare in chiave moderna, senza andare comunque in
contraddizione C’è un regolamento comunale, che risale all’Ottocento, in cui sono descritti puntualmente i lastricati tipici della città: «Le modalità di stesura delle pietre sono ben note...».
Anche la nuova illuminazione della piazza, studiata dalla Camera di Commercio, ha incassato molte prescrizioni da parte della soprintendenza. Le indicazioni sono state date a luglio, dopo un sopralluogo: «Abbiamo dato indicazioni sulla dimensione degli impianti— dice Marino— Migliorare l’illuminazione sui monumenti non significa mettere una luce forte. Quella attuale è molto raffinata e abbiamo chiesto che continui a non essere molto alta: non vogliamo un distacco forte rispetto al resto della città». Insomma cade il cuore stesso della nuova illuminazione: l’immagine del Duomo e del Battistero fluttuanti, pensata attraverso giochi di intensità della luce sui monumenti, lasciando il loro perimetro in ombra. «Dobbiamo puntare su un miglioramento che renda più visibile i dettagli dell’architettura, senza zone d’ombra. A seconda dei corpi illuminanti si possono infatti avere delle letture dei monumenti più o meno precisi». Altro discorso è invece l’illuminazione della piazza, anche secondo la soprintendente effettivamente troppo buia: «In questo senso si può migliorare la situazione aumentando la luce, ma non sui monumenti». L’ultima riunione a settembre: «Ci è arrivato da poco il verbale dell’incontro, valuteremo se è stato recepito tutto».
|