Il Gp di Roma? Una "scusa" per seppellire l'Eur di cemento L. T. Padania 28/10/2010
Si sono aggiunti anche il Pd e Italia Nostra al fronte che combatte contro il progetto di portare la Formula uno a Roma. Alle continue denuncie della Lega Nord sul carattere espressamente speculativo dell'operazione si somma adesso anche la protesta della sinistra romana contro la probabile colata di cemento che invaderà l'Eur, quartiere sotto tutela da parte della soprintendenza ai Beni culturali. Il progetto depositato al municipio dalla società Roma Formula Futuro di Maurizio Flammini all'inizio di agosto prevede infatti la costruzione di due grandi complessi residenziali di quindici piani ciascuno, per un totale di 80mila metri cubi, che andrebbero ad aggiungersi ai 150mila previsti per la realizzazione della Cittadella dell'acqua al posto del velodromo. Una "botta" di cemento che andrebbe ad abbattersi su una delle aree verdi attrezzate del quartiere, e che spazzerebbe via le attuali strutture sportive. I due palazzi che andrebbero a "riqualificare" l'Eur dovrebbero chiamarsi Porta dei Pini e Porta delle Tre Fontane, ospitare appartamenti di lusso, negozi e uffici, per un totale di circa mille nuove unità, e costituire una delle principali attrattive per quegli investitori privati che secondo gli ideatori del progetto metteranno insieme 120 milioni di euro per vedere, nel 2013, sfrecciare i bolidi di Formula uno tra i gioielli del razionalismo novecentesco. Per scongiurare questo rischio le associazione di quartiere (che sono cresciute nel tempo fino a diventare quattro) sono impegnate a fermare il progetto e, insieme a Italia Nostra hanno realizzato un nuovo dossier dal titolo emblematico, "Le mani sull'Eur", che richiama appunto il film denuncia del '63 di Francesco Rosi sulla speculazione edilizia. Il documento è accompagnato da un appello rivolto alle istituzioni, dal premier Silvio Berlusconi, fino al sindaco Gianni Alemanno, passando per i ministri dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e dei Beni Culturali Sandro Bondi per fermare un progetto che - scrivono i comitati - «sembra aver preso forma parallelamente alla concezione di Roma Capitale, dimostrando finalità e modi privatistici, troppo lontani dall'interesse pubblico. Le denunce dei comitati di quartiere arrivano dopo quelle della Lega che da tempo contesta il progetto temendo ricadute negative, se non addirittura la cancellazione, dello storico Gran premio che si corre a Monza dal 1922, un avvenimento che genera circa duemila posti di lavoro. La storia infatti insegna che le "coabitazioni" di gare di formula uno finisco sempre per danneggiare o eliminare una delle due (come nel caso defunto Gp di Imola, ma anche del Nuerburgring e di Hockenheim che si alternano o dei danni reciproci che si fanno Barcellona e Valencia). Le contestazioni del Carroccio, oltre alla "questione Monza", riguardano poi la trasparenza del progetto in sé, che viene spacciato come gratuito per le casse pubbliche, ma che così - spiega la Lega nel suo dossier presentato a inizio ottobre - non sarà, visto che all'ente pubblico spetteranno se non altro i lavori connessi al circuito, come «il raddoppio del sottovia Cristoforo Colombo, l'adeguamento dell'asfalto e lo spostamento dei marciapiedi (e relativa illuminazione), per un totale di 30 milioni di euro. Soldi pubblici (per opere non necessarie) ai quali si aggiungono i ben più gravosi costi sociali delle nuove cementificazioni».
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