Salemi, bocciate le spese di Sgarbi "Io porto turisti, qui cercano poltrone" MASSIMO LORELLO GIOVEDÌ, 28 OTTOBRE 2010 LA REPUBBLICA - Palermo
Duro scontro dopo il no del Consiglio comunale ai debiti fuori bilancio per la mostra di Caravaggio
«Andare via? Sarebbe una sconfitta». E restare è una vittoria, sindaco Sgarbi? «No, è una sconfitta pure quella. Purtroppo in paese rinnegano e combattono il grande successo che Salemi sta ottenendo nel mondo». Vittorio Sgarbi è furibondo, il che non è esattamente una novità. Ma stavolta a farlo imbestialire è stato il Consiglio comunale della città che amministra: Salemi. Il parlamentino del paese in provincia di Trapani non ha riconosciuto come debiti fuori bilancio le spese sostenute per le mostre di Caravaggio, Rubens e Guercino, nonché le uscite per il Festival del cinema religioso. «Sono tutti delle zucche vuote, dovreste guardarli in faccia. Impugneremo le delibere di bocciatura e procederemo in tutte le sedi, perché non vi è alcuna motivazione logica ma solo politica». Di quale politica? «La politica che ha l´obiettivo di nominare assessore o presidente di commissione il più incompetente col solo obiettivo di assicurargli un po´ di soldi per tirare a campare. Ormai in Sicilia è un continuo cercare incarichi anche da mille euro al mese. Da quando sono sindaco, in città i visitatori sono arrivati a migliaia. C´erano prospettive imprenditoriali importanti ma, sì e no, è stato aperto un ristorante. E questa subcultura si ripercuote sul bene pubblico». Può fare qualche esempio? «Gliene faccio uno: mi sono battuto perché si bloccassero le costruzioni e parallelamente si rimettessero a posto le case vecchie. E invece c´è un idiota che sta costruendo un edificio di cemento armato con un volume gigantesco a fianco della bellissima fornace del Seicento. Ma come si fa?». Politici di lungo corso, come l´ex dirigente della Dc Pino Giammarinaro, si sono battuti per farla eleggere sindaco. Ma cosa si aspettavano da lei? «Pensavano che fossi utile perché sono famoso ma, contestualmente, erano certi che gli avrei lasciato spazio per i loro affari. Io, invece, il sindaco lo faccio davvero e ci ho pure rimesso tanti soldi». A cosa ha dovuto rinunciare? «Mentre Benigni e Saviano fanno i martiri ma poi, quando vanno in televisione, vengono regolarmente pagati, io non posso ricevere soldi per via dell´incarico di primo cittadino. Eppure anche le pietre sanno che faccio aumentare gli ascolti. Tuttavia non mi dimetto da sindaco. Se i consiglieri non mi vogliono, provino a sfiduciarmi». Lo faranno? «Ma se quando arrivo in paese se la fanno sotto...». A proposito, ma quando lei va a Salemi chi viene ad accoglierla? «La gente non è contro di me. E io mi ritrovo sempre con gli assessori che poi sono quelli che lavorano sul serio. A proposito, dovrò nominarne un paio, dato che due recentemente si sono dimessi. Bisogna continuare a lavorare almeno per chi in paese crede nel vero cambiamento e non si scoraggia». Però l´anno scorso il suo assessore più famoso, Oliviero Toscani, si è scoraggiato e ha tolto il disturbo. «Toscani si è convinto che fosse la mafia a tenere tutto paralizzato. In realtà è la colla, come la chiama lui, che blocca tutto. Ci si muove solo per cercare piccoli incarichi con i quali stipendiare gli amici. Il resto deve rimanere fermo». Questo immobilismo lo si potrebbe rappresentare artisticamente? «Lo abbiamo già fatto. Il bravissimo Cesare Inzerillo, nel Museo della mafia, ha inserito alcune mummie come quelle delle Catacombe dei cappuccini: è un mondo di morti, di zombi».
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