Firenze, Salone del Restauro. Il salone della bellezza. Da salvare Wanda Lattes Corriere Fiorentino 29/10/2010
Restaurare? Tutto e di più? Un lungo incontro, assieme a una mostra? Va bene, è giusto restituire solidità e bellezza a tanti oggetti preziosi, salvarli dalla rovina, valorizzarli. Restaurare, quindi: ma che cosa, come, con quali fondi, come è possibile tentare di incoraggiare, appoggiare tante diverse attività, in un mondo che cammina, consuma, brucia, trasforma, asfissia sempre più rapidamente? A questa domande vuole rispondere il Salone del Restauro, organizzato a Firenze per l'11 novembre, nella Stazione Leopolda. Centoquaranta espositori per io eventi specifici, con i maggiori esperti del settore: Unesco, Cnr, soprintendenze, Opificio delle Pietre Dure ma anche i consigli degli architetti e degli ingegneri, gli artigiani, gli organismi scolastici. Il Salone del Restauro, inserito nel programma della Settimana internazionale dei beni culturali e ambientali ideata da Confindustria Firenze, conta anche sulla collaborazione degli esperti in cattedra e degli operatori di Paesi lontani. E così gli esperti dell'Opifico parleranno del restauro della pittura di Giotto nella Chiesa di Ognissanti, così come della Pala di San Zeno di Veroniche. Altri delle navi romane recuperate nei fanghi dell'antico porto di Pisa. Oppure del primo film d'animazione italiano, una vera meraviglia, «La rosa di Baghdad» del 1949: salvato, rischiava di cancellarsi per sempre dagli schermi. E ancora: si mostrerà come si restaurano le canne di un organo antico, i dipinti moderni inviati dal Museo Pecci di Prato, i miracolosi recuperi delle mura di Nanchino, fino a certe pitture conservate a Mosca e a Pietroburgo. Il primo giorno, giovedì 12 novembre, si parlerà, in collaborazione con i «Friends of Florence, attivissimi protettori delle bellezze fiorentine, dell'oggetto forse più prezioso e più insidiato di tutti: «Il paesaggio». |