A Pompei è crollo continuo, giù il muro del Lupanare Susy Malafronte Mattino 2/12/2010
Il ministero: nessun allarme Un crollo dopo l'altro a Pompei: con la forte pioggia gli scavi sembrano sbriciolarsi. Cedono altri due muri dopo quello della casa del Moralista. Ma il ministro dei Beni culturali, Bondi, rassicura: «Devo ancora vedere la relazione ma sul caso c'è una spaventosa strumentalizzazione». Anche per il sovrintendente degli scavi non c'è allarme. Ma per gli esperti potrebbe essere a rischio 1'80% del sito archeologico.
La pioggia battente continua a cadere sulla città dissepolta, e la città dissepolta continua a cadere sotto la pioggia. Ieri mattina altri due crolli hanno interessata l'area archeologica. A cedere all'usura, all'incuria, al tempo e alle infiltrazioni sono stati la parete del «Lupanare piccolo» - una delle venti domus minori dell'eros che nell'antica città romana intrattenevano i ricchi commercianti - che si trova alle spalle della casa del «Centenario», in un quartiere di domus chiuso al pubblico, e il muro divisorio di una bottega anonima lungo via Stabiana, angolo via degli Augustali. In linea d'aria i due edifici sono a cinquanta metri di distanza, entrambi, distano dalla Domus dei Gladiatori, crollata lo scorso 6 novembre, circa cinquecento metri. «Due crolli insignificanti», secondo quanto dichiarato dalla soprintendente Jeannette Papadopoulos. Ma altri due crolli. Appunto. Quattro in soli venticinque giorni. Ad accorgersi dell'ennesima ferita inferta alla regina dei monumenti archeologici (solo dalla pioggia?), sono stati per l'ennesima volta i custodi, gli «uomini radar» che supervisionano 24 ore su 24 il patrimonio archeologico tutelato dall'Unesco. Ieri mattina, tra le 7 e le 7.30, si è verificato il cedimento per un'altezza di circa due metri e per una larghezza di circa tre metri della parte superiore «del muro grezzo in opera incerta divisorio» tra i civici 1 e 2 della Reg. VII, ins. 2, lungo la via Stabiana, angolo via degli Augustali. La zona è stata immediatamente transennata e, secondo quanto diffuso dalla soprintendenza, si stanno già mettendo in atto i primi interventi. Contestualmente è stato rilevato anche il cedimento della parte superiore della parete d'accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della casa detta del «Lupanare Piccolo» (Reg. IX, ins.5, nr.16), zona proibita alle visite. «Anche in questo caso - spiegano dalla soprintendenza - si sono immediatamente posti in opera gli interventi del caso». «Le cadute di tali parti murarie - spiegano i tecnici dell'ente di Porta Marina Superiore - vanno verosimilmente riportate alla perdita di coesione della malta antica che le legava a seguito delle martellanti piogge di questi giorni». Per la soprintendente ad interim, il cui incarico terminerà il 31 dicembre prossimo, «si tratta di episodi possibili. I crolli recenti nel corso della vita di uno vasto sito archeologico di 2000 anni, soprattutto in condizioni climatiche come quelle di questi giorni e che non devono generare alcun allarmismo né generare casi sensazionalistici». A dare per primo la notizia dei nuovi crolli è stato il sindaco di Pompei Claudio D'Alessio che sta vivendo momenti di apprensione per il futuro incerto della Pompei archeologica. Gli 007 della procura di Torre Annunziata, intanto, continuano ad effettuare sopralluoghi sulle zone interessate dai vecchi e dai nuovi crolli. Nel mirino degli inquirenti sono finiti i dossier sugli appalti degli ultimi due anni. Sotto la lente in queste ore c'è il brogliaccio dove i custodi annotano tutti i crolli constatati nel corso dei turni di lavoro. Il procuratore Diego Marmo vuole capire «se i tecnici della soprintendenza hanno sempre risposto con interventi puntuali alle segnalazioni di crolli denunciate dagli addetti alla vigilanza».
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