Vivara distrutta e abbandonata, via alle denunce Domenico Ambrosino Mattino – Napoli 23/12/2010
La Fondazione proprietaria chiede i danni alla Regione affittuaria dell'isola per 20 anni
PROCIDA. A Vivara sono a rischio gli splendidi edifici che raccontano la vita della più piccola delle isole flegree. Sotto accusa la Regione che ha tenuto in fitto l'isolotto per circa 20 anni, fino al 2004. L'ente proprietario di Vivara, la fondazione «Albano Francescano», che assiste i malati poveri di Procida, ha avviato un'azione legale contro l'ente di S. Lucia, accusata del mancato rispetto delle norme contrattuali che prevedevano, fra l'altro, il restauro conservativo dei fabbricati esistenti. In pratica viene chiesto un risarcimento per i danni subiti da Vivara nel corso del fitto ventennale da parte della Regione che si era impegnata ad assicurare una «razionale gestione e la valorizzazione della proprietà attraverso la preservazione delle formazioni forestali esistenti, delle piante arboree ed arbustive (carrubo, fico, corbezzolo), il ripristino a fini didattici di oliveto e vigneto, la incentivazione e la realizzazione di ricerche in campo ornitologico, botanico, entomologico, la realizzazione di posters, audiovisivi, pubblicazioni, finalizzati alla diffusione dell'immagine di Vivara nel mondo». Niente di tutto questo, a giudizio della Fondazione, è stato realizzato; tantomeno sono stati restaurati o minimamente messi in sicurezza i fabbricati esistenti. Ieri la Prefettura, una delle tante istituzioni informate dell'estrema difficoltà in cui vive l'isolotto, ha assicurato al presidente dell'ente Mariano Cascone la sua collaborazione al recupero dei fabbricati. Si tratta in massima parte costruzioni risalenti al 1600, il periodo in cui sull'isola, sito reale di caccia dei Borbone, fu avviata l'attività agricola. Non mancano altre testimonianze importanti come i due fortini, adibiti a postazione per batteria di cannoni, fatti costruire dai Francesi, tra la fine del 700 e l'inizio del1'800, allo scopo di prevenire tentativi di sbarco dei legittimisti borbonici. Ebbene, il degrado avanza implacabile. La Villa Padronale, posta sulla sommità di Vivara, la Casa Colonica, il Cantinone, la Colombaia, minacciano crolli. Anche la Casa del Caporale, il casotto posto all'ingresso dell'isolotto, e il Fortino Militare di Punta Mezzogiorno, presentano profonde lesioni. Nella Villa Padronale, un edificio del I 681,una classica costruzione rurale, con gli ambienti nobili al piano superiore e quelli agricoli al pian terreno, il degrado è impressionante. La sala ove era situata la Cappella è stata totalmente distrutta: le preziose maioliche d'epoca del pavimento completamente asportate, le pareti, profondamente lesionate, sono ricoperte di scritte e imbrattate di vernici. La loggia che s'affaccia sul mare di Ischia - una veduta mozzafiato, si tocca quasi con mano il maestoso Castello Aragonese, - è traballante. Nel piano inferiore, ove erano localizzatigli ambienti riservati alla produzione del vino e dell'olio, va in malora il sistema di cisterne sotterranee. Inesorabile avanza il degrado nel Cantinone ove fanno bella mostra, abbandonate ed arrugginite, ancora le attrezzature agricole: torchi, frantoi, vasche di raccolta. Prossimo al crollo, anche la «Tavola del Re», l'edificio d'inizio 1900, posto a sud dell'isolotto, attribuito a due architetti inglesi. Barcollanti anche la «Vaccheria». una serie di stalle, la «Carcara», l'edificio ove veniva ricavata la calce, tutti situati sul pianoro sommitale dell'isolotto. Questa la situazione di un patrimonio storico che va in rovina, oltretutto localizzato in un contesto naturalistico-ambientale forse unico al mondo. Vivara, infatti, sito di interesse comunitario, dal 2002 è stata dichiarata Riserva naturale statale. Vivara, una superficie di soli 32 ettari (0,32 kmq) con un percorso costiero di 3 chilometri, secondo i geologi, ha un'età di 40mila anni. La gestione è stata affidata a un comitato presieduto dall'imprenditore napoletano Maurizio Marinella, il re delle cravatte, che, finora, però, non è ancora riuscito a presentare il dovuto piano di gestione. «Sarà pronto entro la fine dell'anno - promette Marinella - e a febbraio sarà operativo. Stiamo lavorando sodo con il coinvolgimento di altri enti, comune di Procida in testa, e associazioni varie presenti sul territorio».
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