Ornaghi, il ministro s’è desto Achille Scalabrin Nazione - Carlino - Giorno 26/5/2012
Ci siamo chiesti per mesi che fine avesse fatto. Gli inglesi avrebbero risposto missing, scomparso nel nulla. Non una dichiarazione per sbrecciare il muro dell'anonimato, che potesse essere ricordata, non un progetto che sfuggisse alle prigioni del day by day. Ci fosse il Premio Understatement, non avrebbe potuto che andare a lui: Lorenzo Ornaghi, ministro tecnico dei Beni culturali ed ex rettore della Cattolica di Milano. Uomo tranquillo e schivo, al punto da assistere compìto allo stanziamento per quest'anno al suo ministero di 87 milioni di euro, quando ne servirebbero 450. «Ornaghi è più interessato ai crocifissi e ai rosari», ha chiosato Giulia Maria Crespi, presidente onorario del Fai. Che è come dire: guarda un po' in che mani hanno messo il patrimonio d'Italia. Ed ecco, improvviso come un fulmine d'estate, riapparire il ministro-missing, armato di parola e di attivismo, pronto a menare fendenti. Serve una legge-quadro per mettere fine allo scriteriato consumo del suolo. E uno. Il patrimonio artistico dell'Emilia ferito dal terremoto va recuperato in fretta, secondo una lista di priorità. E due. La discarica a ridosso di Villa Adriana è uno sfregio, per fermarla sono pronto a dimettermi. E tre, col botto. Come non bastasse, nel giro di poche ore se lo vedono piombare a San Felice sul Panaro e a Tivoli, in un blitz nord-sud come non si vedeva dai tempi di Spadolini. Su Villa Adriana ha la meglio, prevale infatti la sua linea (in tandem con il collega dell'Ambiente, Clini). Il ministro s'è desto. Consapevole che per salvare le bellezze del Paese non servono le preghiere bensì qualche buona legge, Ornaghi-2 lascia finalmente sperare in qualcosa di concreto. Gli restano però pochi mesi - prima del tramonto del governo tecnico - per non fare la fine dei vari Pedini, Antoniozzi, Vernola, Bono Parrino, Facchiano, Rutelli, Bondi. Chi sono? Alcuni dei suoi inutili o letali predecessori. Ingoiati dal nulla.
|