TOSCANA - Rotte, applicare subito il decreto Clini 03-06-2012, il tirreno
Diktat della Regione: troppi incidenti, va allargata la tutela alle isole che non fanno parte del Parco
FIRENZE Arrivare in fretta alle norme attuative del decreto Clini sulle rotte. E poi mettere mano all'ampliamento della tutela a quelle aree delle isole della Toscana che non rientrano nel Parco. Tenendo insieme lo sviluppo dei traffici ma anche la salvaguardia dell'ambiente. E' il doppio filone sul quale si muove la Regione Toscana che vuole veder applicare in tempi brevissimi le nuove regole. Prima la Concordia, poi la vicenda dei fusti finiti a largo di Gorgona e infine la nave che si è arenata contro gli scogli all'isola d'Elba, dimostrano che c'è un traffico di mercantili e navi crociera che passa nell'Arcipelago toscano che deve essere regolamentato e vigilato. Così, il presidente Rossi ha deciso di convocare entro dieci giorni un vertice con le istituzioni locali, il Ministero dei trasporti e quello dell'ambiente e l'ammiraglio Cacioppo, il nuovo comandante generale delle Capitanerie. Il primo punto è di arrivare quanto prima all'emanazione del regolamento attuativo per il transito delle imbarcazioni superiori alle 500 tonnellate all'interno dell'Arcipelago in base al decreto Clini che impone una distanza di rispetto di due miglia dalla costa. Il secondo è studiare subito in che modo tutelare quelle zone che, essendo fuori dal Parco, non rientrano nel provvedimento del ministro. E dunque buona dell'Elba, ampi tratti del Giglio, una parte di Giannutri. Anche per queste isole servono misure che offrano garanzie in un quadro di regole che non scoraggino i traffici marittimi, ma intensifichino la sicurezza che, come dimostrano i recenti episodi, è a rischio. I provvedimenti che saranno individuati possibili saranno poi portati all'attenzione del ministro Clini perché l'intero sistema dell'Arcipelago sia sottoposto a tutela. L'ultimo fronte è quello della sorveglianza. «E' evidente che non bastano i divieti se non c'è sorveglianza e dunque dobbiamo arrivare il prima possibile all'installazione degli strumenti radar», spiega il presidente della giunta regionale. La copertura con il sistema Vts va infatti a rilento un po' per ragioni finanziarie un po' per difficoltà burocratiche per l’installazione dei radar. Ed è su quest'ultimo fronte che la Regione vuole dare una spinta - non c'è ragione di ostacolare i radar puntati verso il mare - spiega - per passare da una sorveglianza passiva come l'attuale, tutta fatta quasi a posteriori, a una in diretta consentita appunto dal Vessel Traffic Service.
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