TRIESTE - Il castello di Miramare resta al buio Piccolo edizione on line - 5 giugno 2012
Il Soprintendente Caburlotto: cancellato il finanziamento per le bollette, ora spengo i fari che lo illuminano
Scende il buio sul castello di Miramare. Oggi si spengono i fasci di luce che di notte illuminano le bianche pareti a picco sul mare. Si oscura il simbolo del golfo di Trieste, sparisce il “faro” da cartolina. Così come una circolare del ministero ha spento, con un tratto virtuale di penna, all’improvviso e senza spiegazioni, l’intero finanziamento 2012 per bollette e manutenzioni: 270 mila euro che sarebbero serviti per vivere l’intero anno, anche se ormai ne è passata già la metà.
Da questa sera dunque scende la notte, la protesta si fa nera, si risparmia sull’illuminazione, e sarà solo la conseguenza più eclatante. Il resto si consuma nelle stanze del castello stesso e soprattutto in quelle della Soprintendenza, che non sa più come far fronte alla gestione normale: annullate le fioriture estive nel parco, dipendenti e sindacati sul piede di guerra perché da un anno non vengono saldate le parti variabili dello stipendio, una scarsità di personale che non consente nemmeno il disbrigo delle pratiche, e adesso la mazzata finale. I soldi saranno ripristinati? Oppure sono finiti? O arriveranno in ritardo? Forse tagliati? Ma non si sa quando, e di quanto. Dal ministero dei Beni culturali non è arrivata notizia alcuna, tranne la circolare secca.
«Siamo ormai allo sbando più totale - dice il soprintendente Luca Caburlotto -, è stato annullato con una circolare il protocollo con il quale il decreto di finanziamento, già annunciato, era stato pubblicato, e quindi è stato annullato l’atto stesso di pubblicazione. Non è più possibile fare tutto con il niente, da questa sera faccio spegnere i fari di illuminazione. Non so quanto risparmieremo, ma è anche un fatto simbolico, basta nozze coi fichi secchi, l’alternativa è caricarci di debiti». Tanto incredibile la vicenda, che si potrebbe pensare a un errore. Ma la carta canta (anche in computer) e c’è scritto “annullato”.
Un’altra conseguenza immediata ha provocato questa situazione. Non c’è denaro per bandire una gara di rinnovo della gestione del parco, dunque la Soprintendenza aveva deciso di scegliere la migliore offerta tra cinque ditte per un servizio-ponte di tre mesi. Ieri mattina alle 8.30 si sarebbe dovuto firmare il contratto. Ciò è avvenuto, ma il periodo di ingaggio è diventato di un mese.
«In più - sostiene Caburlotto - ho dovuto scrivere nel contratto che il pagamento avviene “in anticipazione del fondo”, cioé senza attuale copertura finanziaria. Dico apertamente: è in concreto un atto illegittimo, perché è un impegno di spesa su un “capitolo” al momento scoperto, di cui mi assumo la totale responsabilità, nel senso che se i soldi non arriveranno lo pagherò di tasca mia, personale e personalissima. Il dirigente pubblico onesto in questa situazione è costantemente col cerino in mano. Perché se invece non curo il parco i cittadini si lamentano immediatamente».
Intanto sono stati pagati 29 mila euro di bollette, attuali e pregresse, ma tutte quelle che parlano di “acconto” vengono rimandate al mittente. Il contratto di fornitura è stipulato in parte con AcegasAps e in parte a livello nazionale con Exergia: «L’altra settimana ho restituito 15 bollette per un totale di quasi 10 mila euro - prosegue il soprintendente -, da un lato premo perché un’amministrazione pubblica debba pagare solo le forniture effettuate e non quelle promesse, specie in presenza di acconti clamorosi, e dall’altro, si capisce, vorrei avere i soldi per pagare quanto devo».
In questa desolazione c’è anche un’appendice: «Nell’ipotesi che poi dei soldi arrivino - conclude il soprintendente -, li avremo nella parte finale dell’anno, privi del tempo necessario per poterli impiegare, e così arriverà pure un brutto voto di “performance”, visto che siamo sempre misurati sulla quantità (e non sulla qualità) di azioni realizzate». |