MANTOVA - Ornaghi prende atto: a Palazzo Ducale servono cinque milioni. Maria Antonietta Filippini Gazzetta di Mantova,13/09/2012
Il ministro ora parla di miliardi di euro per i danni del sisma. Dovrà andare da Monti. Finora ne ha stanziati solo otto. I sovrintendenti Paolozzi Strozzi eAlberti hanno posto l'attenzione sulla Camera degli Sposi. Bisogna iniziare subito i lavori.
Miliardi di euro: a tanto ammontano i danni al patrimonio culturale nelle regioni colpite dal terremoto di maggio. Lo ha detto ieri il ministro Lorenzo Ornaghi alla giornata informativa che si è svolta a Roma e alla quale hanno partecipato anche i sovrintendenti Paolozzi Strozzi e Alberti (beni artistici e beni architettonici del Mantovano). E' la prima volta che il governo prende di petto il costo dei restauri. Finora infatti il ministero per i Beni culturali ha impegnato "solo" «3 milioni di euro per il recupero del patrimonio storico artistico colpito dagli eventi sismici di maggio più i 5 milioni, già stanziati, che saranno disponibili entro l'anno». Lo ha precisato la segretaria generale del ministero dei Beni Culturali, Antonia Pasqua Recchia. Ma 5, o anche 8 milioni per tutti (Emilia, Mantova, Rovigo) sono sufficienti solo per i rilievi e i sopralluoghi tecnici e pochi interventi di emergenza. Ieri invece lo stesso Ornaghi ha ammesso che serve ben di più, non una decina, ma migliaia di milioni di euro. Cosa farà il governo? «C'è il massimo impegno da parte del ministero - ha aggiunto Ornaghi -. L'importante è avere personale motivato, con voglia di fare e che considererà con la massima serietà tutti i problemi. Vi è il massimo impegno per riportare le regioni colpite a quello che erano». Il ministro ha quindi sottolineato che «la concentrazione delle risorse economiche nelle mani dei commissari, cioè dei presidenti delle Regioni, significa accorciare i tempi e quindi ridurre le lungaggini burocratiche. Ornaghi ha infine reso noto che ammontano a 2.500 gli immobili culturali danneggiati in Emilia, mentre sono 405 nel Mantovano e 131 nel Veneto. Il caso della Camera degli Sposi e di Palazzo Ducale è stata messa in evidenza. Serve poter intervenire subito per evitare guai maggiori e serve, soprattutto, la manutenzione programmata e continua. «Gestire una situazione straordinaria attraverso l'ordinarietà può sembrare uno slogan ma corrisponde alla mia visione delle cose - ha aggiunto Ornaghi-. Credo che il compito di uno Stato sia infatti gestire la straordinarietà attraverso l'ordinarietà perchè solo così lo Stato viene percepito come entità politica in grado di tutelare tutti». Ornaghi ha sottolineato inoltre quanto sia importante che il Mibac (il ministero dei Beni culturali)«sia dotato di una struttura di pronto intervento in grado di collaborare con gli altri soggetti istituzionali nell'attività di ricostruzione». A questo punto, però, il problema si sposta anche sul tavolo del governo, perchè quei «miliart i di euro» devono essere trovati. Anche se già si sa che bisognerà far conto anche sull'aiuto dei privati. Certo l'iniziativa della Gazzetta di Mantova, con le firme del premio Nobel Seamus Heaney e di tanti altri scrittori al Festivaletteratura, la lettera a Ornaghi di Italia Nostra (Mantova e regionale insieme) e la raccolta di firme del Fai agli eventi del festival hanno dato il sostegno di cui i sovrintendenti Paolozzi Strozzi e Alberti avevano bisogno per sostenere la causa mantovana al summit romano. Intanto, a Palazzo Ducale non si può stare fermi. La sovraintendente Paolozzi Strozzi ha già ordinato il preventivo alla restauratrice Maria Chiara Ceriotti per la verifica di tutta la Camera degli Sposi, visto che il sopralluogo eseguito il primo giugno, dopo le scosse del 20 e 29 maggio, ha evidenziato la comparsa di molte nuove e ampie decoesioni attorno alla vecchia crepa simile a un capello. Soltanto sei mesi prima, in novembre, un controllo già programmato su tutta la superficie della Camera aveva segnalato una situazione buona, con soltanto piccolissimi punti in cui si doveva rinforzare l'intonaco. Una cosa minima, a differenza di ora. Quindi la sovrintendente vuole la mappatura completa, per la quale ci vorrà circa una settimana. Poi si potranno valutare i tempi e i costi dell'intervento, che può durare alcuni mesi. Ma il problema, come evidenziato dalla dottoressa Paolozzi Strozzi e dall'architetto Andrea Alberti è che se anche la Camera degli Sposi fosse salvata - l'importante è mettersi al lavoro subito - non si potrebbe certo entrare dalla finestra. Il castello di san Giorgio, dopo il terremoto, ha avuto importanti lesioni strutturali, soprattutto alla torre verso piazza Castello lato museo archeologico. E anche la Sala di Manto della Corte Nuova ha bisogno di interventi decisi dagli ingegneri strutturisti. Dai sopralluoghi durati tutta l'estate da parte del professor Facio e della sua equipe dello Iuav di Venezia, si viene confermando la prima ipotesi: per rimettere in forma tutto Palazzo Ducale dopo il terremoto serviranno circa 5 milioni di euro. E per fortuna sono arrivati fondi dalla direzione regionale dei Beni culturali, dall'A22 del Brennero e dalla Fondazione Bam con cui si stanno restaurando le Sala dello Zodiaco e dei Papi e sarà controllata la Camera degli Sposi. Mentre il ministero dei Beni Culturali radunava direttori generali e sovrintendenti, insieme a vigili del fuoco e carabinieri per la tutela dell'arte sul dopo terremoto, a Roma si svolgeva ieri anche un altro appuntamento a cui era invitato monsignor Giancarlo Manzoli, delegato del vescovo di Mantova per i beni culturali. Si trattava del consiglio direttivo dell'Associazione archivistica ecclesiastica, per impostare la preparazione del convegno internazionale che si terrà nel 2013 a Roma (situazione degli archivi delle Chiese in Europa) e di quello del 2014 a Firenze (La Chiesa e la Carità). Monsignor Manzoli non ha perso l'occasione di fare quello che i sovrintendenti stavano facendo con il ministro Ornaghi: porre l'attenzione sui monumenti mantovani danneggiati dal terremoto. Anche perché, per molto tempo, si è continuato a parlare di terremoto emiliano, dimenticando Mantova, quasi che le onde sismiche rispettino i confini burocratico amministrativi. Manzoli dunque ha portato con sè una ricca documentazione, di fotografie e articoli, in particolare della Gazzetta di Mantova. «Tutti sono rimasti stupiti, non si aspettavano un tale disastro: nel Mantovano abbiamo 127 chiese inagibili. Ora partirà la messa in sicurezza della chiesa di Bondeno di Gonzaga. Ma per le chiese c'è un grande problema: i Comuni hanno messo in sicurezza a loro spese, confidando in un risarcimento dello Stato. Ma se ciò non avverrà chiederanno i soldi a noi, alla Chiesa. Che però non li ha. Stiamo cercando di raccogliere le forze per i restauri, ma ci vogliono 80-100 milioni. E' impossibile». Per questo anche la Chiesa avrà bisogno dell'aiuto dei privati per risanare le chiese danneggiate. Difficile contare sullo Stato che ha già da pensare ai suoi palazzi, come il Ducale. Per fortuna, a Mantova, la cupola del campanile di Santa Barbara, è stato messo in sicurezza dai Vigili del Fuoco (anche perché rischiava di crollare su Palazzo Ducale), ma bisognerà pensare al restauro per non lasciarla ingabbiata all'infinito. Manzoli ha mostrato la documentazione su Santa Barbara, riscuotendo grande interesse. «Anche l'Avvenire ha fatto un ampio servizio, spiegando che è stato un intervento di messa in sicurezza molto innovativo».
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