29/03/2004 - Nicosia, Sicilia portico della cattedrale di Nicosia (XV secolo)
Che fine farà il portico della cattedrale di Nicosia? 2004-03-29 Comitato Salvare Nicosia
CHE FINE FARÀ IL PORTICO DELLA CATTEDRALE
Un grave misfatto artistico si sta consumando sotto i nostri occhi: la demolizione del Portico della Cattedrale. L’operazione è già in avanzato stato d'esecuzione: le pietre, gli archi e tutti gli elementi sono stati debitamente numerati; la demolizione è già arrivata al livello degli archi. Fra pochi giorni non vedremo più - chissà per quanto, certamente per molto tempo, comunque non più quello originale - il bel portico tardo-quattrocentesco, pregio e bellezza della suggestiva piazza Garibaldi. Progettisti e tecnici assicurano, però, che il Portico sarà rimontato e ricostruito integralmente, tranne le malte (!!!???). Siamo obbligati a credere loro perché restauratori, soprintendenze e tecnici del restauro hanno potestà di vita e morte sui monumenti, secondo un'antiquata legge monocratica e feudale. Noi, tuttavia, avanziamo perplessità e dubbi notevoli anche perché, come Nicosiani, abbiamo subito le esperienze negative delle demolizioni-ricostruzioni effettuate nelle chiese di Santa Domenica e S. Michele: i risultati, gli esperimenti effettuati su questi pregevoli ed antichi edifici sono sotto gli occhi di tutti.
Torniamo al Portico e ricostruiamone le vicende essenziali. Quasi certamente, come dimostra una tavola del tanto celeberrimo quanto invisibile Soffitto ligneo dipinto (le cui pitture sono databili ai primi decenni del "400) - quella in cui San Nicola riceve il modello della chiesa a lui dedicata - l'edificio appare già dotato di un portico, le cui tracce sono molto probabilmente i sostegni messi allo scoperto durante i recentissimi lavori di rimozione della scalinata.
Il 18 marzo 1489 - secondo il documento pubblicato da Filippo Meli - il Vicario ed il clero della parrocchiale chiesa di S. Nicola commissionarono otto colonne di marmo bianco - con basi, capitelli e stemmi corrispondenti agli elementi tuttora in loco - a due marmorari o scultori palermitani: Gabriele de Battista e Andrea Mancino, artisti molto attivi nella Palermo e nella Sicilia di fine '400. Gabriele de Battista, in particolare, lavorò colonne ed altri elementi architettonici in marmo per i palazzi Ajutamicristo e Abatellis (quest'ultimo è la sede della Galleria regionale).
Il Portico fu, quindi, ricostruito in quegli anni attorno al 1489-90 con le nuove colonne firmate dai due scultori palermitani. Successivamente è stato mutilato, accorciato di due colonne, una forse per la costruzione della cappella di S. Crispino, un'altra per l'ampliamento della sacrestia. Non si hanno notizie d'altre manomissioni, a meno che non siano state ritrovate altre documentazioni o testimonianze finora sconosciute (così come si dice in giro). Si ha, quindi, ragione di credere che l'attuale Portico a sei colonne sia quello originale tardo-quattrocentesco.
Negli ultimi decenni - e soprattutto negli ultimissimi anni - si sono intensificati e sovrapposti gli incarichi per lo studio dei dissesti e per le progettazioni dei restauri da eseguire al grande edificio sacro, compromesso più dalle iniezioni di cemento e dalla mancata manutenzione che dal terremoto o altri eventi atmosferici. Tra gli incarichi più prestigiosi e lontani dalle beghe paesane e isolane, vi fu quello affidato dall'ex sovrintendente Villari ai professori Alberto Sposito (docente all'università di Palermo), Francesco Gurrieri (preside della facoltà d'architettura a Firenze), Edmondo Forlani, geostrutturista famoso per analisi, progettazioni e consolidamenti di varie strutture, tra cui le Mura ed il Campanile di Lucca. Forlani ha fatto eseguire accurate indagini (svolte nel luglio '98) ad un'equipe dell'Università di Pisa (!!!) costituita dagli ingegneri Barsotti, D'Onofrio e Marchisio. I risultati sono stati esposti al pubblico in una conferenza svoltasi in Vescovado 1' 11 novembre '98. Questi tecnici hanno affermato che la Cattedrale versa in condizioni gravi, ma non drammatiche, e non hanno proposto né smontaggi né demolizioni. Eppure questo studio (finanziato con fondi regionali) è rimasto inutilizzato, quasi "segreto", e solo recentemente è stato inviato agli enti interessati Improvvisamente però, dopo la nomina del nuovo sovrintendente Lo Jacono, il Vescovo Pappalardo (chissà per quali consigli e quali referenze, forse per "ispirazione dello Spirito Santo") ha affidato il restauro della chiesa all'architetto Gaetano Renda. Questi, nell'agosto 2000, presentando il suo mega-progetto in Cattedrale, ha "decretato" che la "Torre è virtualmente crollata" e che per risanare l'edificio occorre smontare e rimontare Campanile, Portico e Portale maggiore. Fortunatamente il progetto generale fu bocciato dall'Assessorato regionale e la Torre campanaria resiste bene alle insidie del tempo, degli uomini ed alle previsioni... virtuali.
L'anno scorso a luglio, è iniziato il restauro del Portico con tanto d'appalto e subappalto. In autunno furono categoricamente smentite le prime allarmanti notizie sullo smontaggio. Fu assicurato che si sarebbe proceduto con altre tecniche. Non se ne parlò neppure durante il Consiglio comunale del 26 gennaio 2004, dedicato ai problemi statici della Cattedrale e del Campanile in particolare. Poi, all'improvviso, il 1 marzo, durante la visita guidata al cantiere, abbiamo appreso la notizia "ferale": i tecnici, dopo una lunga sospensione dei lavori, avrebbero proceduto allo smontaggio. Ignoriamo come, quando e da chi sia stato deciso. Sappiamo, però, con certezza che l'intervento era già stato approvato dalla Soprintendenza di Ernia nell'anno 2002, secondo il progetto dell'arch. Renda. E allora che senso hanno avuto le smentite? Ci hanno dunque mentito? D ripensamento coincide forse con l'arrivo del nuovo sovrintendente Scuto? Non sappiamo. Sappiamo soltanto che la ricollocazione della scalinata ha suscitato le critiche aspre e generalizzate anche da parte delle persone più semplici. Durante questi lavori fu appurato che il Portico è senza fondamenta. Perché non si procedette allora? Non era possibile? Questi lavori sono condotti secondo un piano razionale e programmato o (come si dice a Nicosia) a l'orba cemenedda (cioè a tentoni)? Vero è che la nuova ditta ha eseguito (senza smontaggio) un buon restauro delle arcate scolpite: questo, tuttavia, non garantisce gli esiti della nuova e più rischiosa operazione.
E' proprio necessario smontare il Portico per raddrizzare le colonne? Non ci sono altri sistemi o metodi? Perché non sono stati consultati altri esperti di restauro prima di procedere a quest'intervento traumatico ed irreversibile? Altri monumenti (certamente più famosi: ma per Nicosia è importante questo!), quali la Torre di Pisa, le Mura ed il Campanile di Lucca, sono stati consolidati con altre tecniche. Queste (ed altre!) le conoscono Guerrieri e Foriani, che hanno "analizzato" punto per punto la Cattedrale nicosiana, eppure sono stati estromessi, mentre altri tecnici sono arrivati per eseguire interventi - antiquati, traumatici ed irreversibili - molto diversi dai metodi proposti nelle varie "Carte di restauro", che da queste parti restano lettera morta. Anche il nuovo Codice dei beni culturali e paesaggistica tende a vietarli ed a sottoporli all'autorizzazione del Ministero.
A nome dei Nicosiani, che per la, maggior parte non condividono quest'intervento, chiediamo all'Assessorato regionale, al Sindaco ed al Consiglio comunale, al Vescovo ed alla Soprintendenza: - di conoscere il motivo per cui è stato autorizzato lo smontaggio-rimontaggio del Portico ed il perché dei ripensamenti e delle smentite; - di bloccare i lavori e di trovare, con l'apporto di altri restauratori, metodi diversi d'intervento; - di conferire nuovo incarico per un serio (non traumatico e non irreversibile) restauro generale della Cattedrale. Nicosia, 29 marzo 2004
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