2008-06-28 - Sennori TRA ORIDDA E GENNOR. MEMORIE TERRITORIALI, PRESENZE, ABBANDONI
COMUNICATO STAMPA
Sabato 28 giugno 2008 a Sennori (Centro Culturale di Via Farina, con inizio alle ore 9.15)
convegno di archeologia promosso dall’Amministrazione Comunale, dove saranno presentati e discussi i primi risultati provenienti dagli scavi condotti da Marcello Madau e Mariangela Sau nel sito pluristratificato di Su Nuraghe.
Dopo la presentazione delle autorità, aprirà la serie delle relazioni Daniela Rovina, archeologa della Soprintendenza ai beni archeologici di Sassari e Nuoro che presenterà “IL PRIMO INTERVENTO DI SCAVO A SU NURAGHE E LA REALTÀ ARCHEOLOGICA DEL TERRITORIO”. A seguire le relazioni su progetto e realizzazione dello scavo, a cura degli archeologi Marcello Madau, Mariangela Sau (ALTOPIANO DI SU NURAGHE. SCAVI 2001: MATERIALI E INQUADRAMENTO STORICO) e Giuseppina Manca di Mores (ANALISI A TECNOLOGIA AVANZATA. LA PROSPEZIONE GEORADAR: SCAVO ARCHEOLOGICO E VALORIZZAZIONE).
Il convegno continua con una serie di interventi di qualificati archeologi e antichisti dell’Università di Sassari sui complessi e interessanti temi suggeriti non solo dallo scavo ma da tutto il patrimonio archeologico comunale: Alberto Moravetti, ordinario di Preistoria e Protostoria, ”LA DOCUMENTAZIONE PREISTORICA NEL TERRITORIO DI SENNORI”, Attilio Mastino, Ordinario di Storia romana e Pro-Rettore con “LA DOCUMENTAZIONE ROMANA NEL TERRITORIO DI SENNORI”, e infine Marco Milanese (Ordinario di Archeologia) e Franco Campus (Dottore di Ricerca in Storia medievale ) che interverranno sul tema “SU NURAGHE, URUSPE, GENNOR. CENTRI ABBANDONATI DELLA ROMANGIA.”.
Sono infine previste comunicazioni e dati provenienti da ricerche parallele effettuate in Corsica, dal megalitismo ai centri abbandonati fra antichità e medioevo: il convegno servirà infatti a proporre di intensificare un’analisi piu’ ampia, e percio’ internazionale, al fine di migliorare comprensione e inquadramento delle problematiche emerse dalle ricerche promosse dall’Amministrazione.
Nel convegno verrà anche data notizia in anteprima della guida archeologica dedicata al territorio, curata da Marcello Madau, Mariangela Sau e Giuseppina Manca di Mores, che verrà inserita nella nota collana edita di Carlo Delfino.
L’area archeologica di Su Nuraghe, recentemente acquisita al patrimonio comunale, rappresenta una straordinaria risorsa naturalistica e archeologica per Sennori e l’intero territorio della Romangia, spazio visivo pienamente percepibile dalla sommità, assieme ad una profonda visuale della costa nord-occidentale sino all’isola dell’Asinara. Il convegno proposto – partendo dalla disponibilità di nuovi dati archeologici – chiama a confronto la ricerca scientifica su una realtà archeologica e paesaggistica poco nota ma di evidente rilievo. La discussione e l’approfondimento specialistico, che ha come epicentro nuove acquisizioni come l’insediamento di Su Nuraghe e pregevoli monumenti preistorici come la tomba di giganti di Oridda (un unicum nel suo genere) e la domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale, aiuterà peraltro a rendere più credibile l’orientamento verso un turismo culturale e ambientale di qualità, che vede nella disponibilità pubblica delle principali aree archeologiche un elemento forte. La partecipazione di studiosi all’avanguardia delle rispettive discipline potrà confortare la corretta collocazione dei materiali archeologici e delle fonti antiche, medievali e recenti. La realtà monumentale del territorio di Sennori appare legata – tratto non esclusivo, ma certo fortemente caratterizzato – alla storia dell’acqua e dell’agricoltura: attorno all’elemento idrico si sviluppano significative densità monumentali e antropiche, come : i siti di Funtana de Su Anzu, Sutis (fonte di Sa Conza), Badde Puttu e la stessa fontana Geridu, nel confinante territorio di Sorso. Straordinaria la sequenza dei mulini che compongono una vera e propria via lungo la direttrice in direzione di S. Lorenzo di Osilo. I temi dell’acqua e del lavoro agricolo sono peraltro strettamente legati, come dimostrano le numerose testimonianze di cultura materiale che emergono dalla preistoria all’età romana, per proseguire con ampie indicazioni di fase medievale: è il racconto che si snoda attraverso statuette neolitiche di “dea madre”, macinelli, macine a mano, mole asinarie, ziri in terracotta, dalla preistoria al medioevo, dagli abbandoni dei centri, sino a modernità e contemporaneità. GLI SCAVI DI SU NURAGHE Dopo l’ intervento della Soprintendenza Archeologica per le provv. di Sassari e Nuoro diretto da Daniela Rovina, nel 2001 è stato eseguito un primo scavo archeologico in estensione, diretto da Marcello Madau e condotto sul campo da Mariangela Sau. Gli scavi intrapresi nel 2001 sono stati preceduti da un’accurata analisi georadar, coordinata da Giuseppina Manca di Mores, che ha prodotto ampie e dettagliate informazioni sul sottosuolo, permettendo di programmare al meglio sia le scelte dello scavo scientifico, sia il posizionamento delle aree di sosta attrezzate e del punto di ristoro in settori non interessati da strutture archeologiche. E’ stato evidenziato un vasto insediamento che occupa un’area di almeno 10.000 metri quadri, con decine di strutture a pianta quadrangolare e curvilinea. Il sito si è mostrato un paradigma esemplare delle sequenze storiche del territorio di Sennori e del nord-Sardegna: L’analisi delle fonti storiche e i primi risultati dello scavo qualificano Su Nuraghe come uno degli insediamenti antichi più interessanti della recente ricerca archeologica sarda: ne sono spia, sin dai primi livelli stratigrafici, la copiosa quantità di laterizi e reperti che vanno dall’età nuragica al al basso medioevo inoltrato, con attestazioni puniche, romano-repubblicane e imperiali (le più abbondanti), medievali e di età rinascimentale. Sono documentate diverse fasi edilizie relative ad età storica mentre si è evidenziato un lembo di villaggio nuragico, con due fasi edilizie, la più antica delle quali sembra riferibile all’età del Bronzo finale (1100-950 a.C. circa). Attorno al nuraghe Su Nuraghe (noto anche come Onzano: con tale nome lo cita infatti, nell’Ottocento, Padre Vittorio Angius), attualmente in precarie condizioni di conservazione e con caratteristiche strutturali e dimensionali classiche - il diametro di m 11 indicato lo situa nella norma delle torri nuragiche - si sviluppano quindi strutture edilizie, forse un vastissimo insediamento, che occupano un’area di almeno 10.000 metri quadri, con decine di strutture a pianta quadrangolare e curvilinea. La certa vicinanza di un tracciato viario romano e medievale rende il sito centrale per la conoscenza dell’antropizzazione di questo territorio nell’antichità. Le fonti storiche ed archeologiche sono di grande interesse, suggeriscono di non escludere possibili relazioni fra il sito individuato e gli insediamenti della zona, fra i quali gli abitati di Gennor (presso Badde Margarida), Uruspe e Murtedu, di recente identificato proprio con l’area scavata a Su Nuraghe
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