2010-04-16 - Nemi, sala dei Piccoli Comuni, Corso Umberto 1° Tutela dai rischi territoriali, leggi urbanistiche arretrate Mail alla Redazione del 10-4-2010
Societa' Italiana di Geologia Ambientale
Sezione Lazio
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SI INVIA AI SOCI DEL LAZIO UNA INIZIATIVA (NON SIGEA) CHE SI TERRA' A NEMI IL PROSSIMO 16 APRILE
Tutela dai rischi territoriali, leggi urbanistiche arretrate. Impossibile in Italia correggere gli errori di pianificazione mentre i disastri continuano
Poniamo il caso che un Sindaco, appena eletto si trovi ad amministrare un Piano Regolatore della propria città che prevede (caso tutt’altro che raro in Italia) un forte uso del suolo a scopi edilizi ingiustificato, incrementi abitativi gonfiati dalle solite logiche del profitto, insediamenti costruttivi su terreni a rischio idrogeologico ed ambientale per di più ricompresi nel perimetro di un Parco, infrastrutture viarie ed opere di urbanizzazione su aree con vaste presenze di importanti resti archeologici, un sindaco, si diceva, che provi a variare le destinazioni e le zonizzazioni descritte con una variante al PRG tesa a tutelare la salute e l’incolumità pubblica, le riserve storiche ed ambientali; avrà di sicuro grossi problemi con la legge.
In Italia, il controllo del suolo e della pianificazione territoriale non appartiene alla comunità ed un’amministratore pubblico avrà enormi problemi a cambiare lo stato dello cose anche in presenza di rischi o alti valori ambientali.
I diritti acquisiti, con indirizzate ed errate previsioni urbanistiche, dalle lobby dei costruttori non verranno mai cancellati anche se le opere sono previste sull’alveo dei torrenti ed in prossimità di fossi, sopra una villa romana, dentro un’area riconosciuta di alto valore ambientale. Le loro ragioni saranno prevalenti su quelle che riguardano l’interesse pubblico. Il sindaco verrà condannato a risarcire pesantemente il danno al privato che non ha potuto edificare in quelle aree seppure a rischio.
E’ l’amara conclusione di una lunga e tormentata vicenda urbanistica che riguarda un coraggioso sindaco, Vairo Canterani e la sua giunta, ed un piccolo comune dei Colli Albani, Nemi, nel tentativo oggi naufragato di tutelare le ragioni della pubblica comunità sugli interessi economici dei gruppi edilizi.
Siamo all’inizio degli anni ’90 quando Canterani viene eletto sindaco e la cittadina ha solo 1500 abitanti. Il territorio comunale è completamente ricompreso all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani in una delle zone più suggestive del mondo, sul bordo di un cratere vulcanico pieno d’acqua, il bacino del lago di Nemi. Il Piano Regolatore risalente agli anni ’70 prevede insediamenti abitativi per nuovi 6.000 abitanti, una variante del 1986 ridisegna il quadro, ma non cancella la mole più imponente delle costruzioni edilizie previste dappertutto: sul bordo del cratere, nei boschi (Nemus è il bosco sacro dell’antichità) dove neanche Caligola si era azzardato a costruire. Ma in questi anni emergono delle novità . Sulla grande scala mondiale si fa strada una maggiore attenzione nei confronti di scelte urbanistiche riferite al “sostenibile” ed al “rinnovabile” per contenere e mantenere le risorse ambientali anche per le generazioni future. Nella scala locale il territorio di Nemi viene inserito all’interno del perimetro di tutela del Parco, il Ministero dei Beni Culturali riscopre in alcune aree grosse valenze archeologiche di cui è estremamente ricco il sottosuolo, tutta l’area, ricchissima di acqua, è sottoposta al vincolo idrogeologico e sismico. Le costruzioni previste minacciano seriamente tutto l’equilibrio territoriale, aumentano al massimo i rischi ambientali, distruggono natura, storia e cultura. Canterani cerca di correre ai ripari mentre i costruttori accendono i motori delle ruspe. Convoca un Team di esperti dell’Università di Roma e fa redigere una Variante di salvaguardia impugnata dai costruttori ed annullata prima dal TAR e poi dal Consiglio di Stato. Seguono altre azioni amministrative tese ad allontanare quella che per Nemi sarebbe stata una catastrofe urbanistica e sociale oltre che ambientale. Tutti i provvedimenti negli anni, vengono annullati su richiesta delle potenti società costruttrici. Ma intanto passano più di vent’anni, da dieci anni Nemi ha un altro sindaco che non condivide le tesi di Canterani, non si oppone, asseconda. I costruttori ottengono a gennaio 2010 una sentenza che riconosce loro il danno provocato dall’amministrazione comunale per l’impedimento a costruire e questo danno deve essere risarcito. Il conto viene fatto solo sulle esigenze del mancato guadagno, sugli aspetti che riguardano il profitto ed il vantaggio dei privati non considerando affatto, è qui la carenza legislativa italiana, il ben più considerevole danno pubblico.
Il territorio di Nemi frana e non sopporta carichi edilizi così elevati ma solo interventi calibrati di riuso e recupero, e questo non per estremismo ambientalista ma perché è la realtà dei fatti testimoniata dagli studi scientifici.
Canterani ha agito per il bene della comunità ed invece viene condannato a risarcire i privati. Guardando ai recenti fatti di Sarno, Messina, Sanfratello, ecc. al disastro territoriale italiano degli ultimi anni i sindaci sono davanti ad una scelta:
lasciare che le cose vadano avanti così chiudendo gli occhi oppure correre il rischio di vedersi ridotti in rovina per aver tentato di tutelare l’interesse pubblico. Qualcosa non funziona. Ed i disastri, in questo stato di cose, sono destinati a ripetersi.
Una conferenza stampa il 16 aprile a Nemi, ore 17.30, sala dei Piccoli Comuni, Corso Umberto 1° racconterà per intero questa incredibile vicenda .
Aderiscono:
Gruppo consiliare Nemi per Sempre nemipersempre@alice.it
Picchiorosso associazione per l’ambiente mov.picchiorosso@libero.it
Alternativamente www.alternativamente.info
Italia Nostra Castelli Romani
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