Archeologia, mozioni e panettoni 07-01-2011 Francesco Floccia
In questi giorni di feste natalizie gli Italiani hanno dimostrato leggendo le statistiche di queste ore che anche se non mangiano cultura, del cibo ben più concreto (quello per nutrirsi e oltre) non ne fanno a meno. Milioni di chili di cotechini, zamponi, lenticchie, spumanti, panettoni et similia (oltre a salmoni, ostriche e caviale) (vedi Bilancio di Capodanno: a tavola bruciati 2,7 miliardi di euro, Blogosfere , Blog) hanno come suol dirsi rallegrato le tavole delle famiglie; concerti di cantanti popolari seguiti da migliaia di spettatori accorsi in gelide piazze italiane storiche o limitrofe ad aree archeologiche o concerti di musica classica tenutisi in teatri storici hanno onorato anche questo si è soliti dire la cultura musicale nel rispetto della migliore consuetudine artistica italiana. Ciò dimostra che dove cè allegria, spazi attrezzati, libertà di scelta, buoni cibi, vini frizzanti, programmi vivaci e accattivanti il successo di pubblico è assicurat o purché è anche questo è luogo obbligato il tutto abbia un taglio sociale e popolare. Insomma tra feste, ferie, vacanze, canti, balli e cenoni lItalia natalizia ha vissuto i consueti e vari aspetti della propria cultura rituale e tradizionale: i problemi della cultura (quelli che ossessionano la classe politica non governativa) in questi giorni sembrano sopiti anche se, a breve, ritorneranno vivi e vitali con la discussione in Parlamento della mozione di sfiducia nei riguardi del Ministro per i Beni Culturali personalmente colpevole di chissà quanti e quali degradi concernenti il patrimonio artistico italiano. Concludendo: tutte le ritualità e abitudini festive, festose e vacanziere nazionali sacre e irrinunciabili non sono, a fortuna di tutti noi, competenza della Cosa Pubblica sicché ogni individuo resta libero di regolarsi come crede. Fino a prova contraria così vogliono i politici che amano il popolo tutti gli aspetti che caratterizzano le feste sono anche essi beni culturali ma con la peculiarità non di poca importanza che sono espressione individuale di conoscenza, passione, voglia di piacere e di divertimento atavico e soggettivo. In tale ambito antropologico (festa, rito, cibo, ripetitività scaramantica cui credono e ricorrono milioni di nostri concittadini) il Mibac ha successi indiscutibili e utenti ben preparati e dotti: un Popolo che vive la festa dimostra dunque cultura e questo è un dato felice e bene augurante che va oltre il deteriorarsi materiale delle rovine archeologiche e le polemiche strumentali che ne fanno corollario. Mangiare milioni di panettoni con tutta la simbologia che ciò racchiude è lopposto del conclamato fallimento della politica in materia di tutela dei beni e delle attività culturali, e più in generale del valore dei saperi, portata avanti dal Governo in carica sin dai suoi primi provvedimenti, così come narra un passaggio della ricordata mozione di sfiducia parlamentare che a giorni sarà riproposta. Forse proprio quando anche la politica è in festa e assente da ogni proscenio la cultura e le individualità italiane sono veramente libere, salve e popolari.
2/1/2011 Francesco Floccia |