PROGRAMMAZIONE DEGLI INVESTIMENTI. CERASOLI VOTA CONTRO LE SCELTE E LA GESTIONE DI BUTTIGLIONE 30-03-2006 UIL beni e attività culturali - CONSIGLIO SUPERIORE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
CONSIGLIO SUPERIORE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DICHIARAZIONE STAMPA DI GIANFRANCO CERASOLI COMPONENTE IL CONSIGLIO SUPERIORE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI E SEGRETARIO GENERALE UIL BENI E ATTIVITA’ CULTURALI.
PROGRAMMAZIONE DEGLI INVESTIMENTI. CERASOLI VOTA CONTRO LE SCELTE E LA GESTIONE DI BUTTIGLIONE CHE PENALIZZA I BENI CULTURALI E POMPEI IN PARTICOLARE.
Nella seduta d’insediamento del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici il Ministro Buttiglione ah dichiarato che il sistema dei Beni Culturali è in grave disagio e che l’anno in corso è l’annus horribilus e per questo va garantita l’efficienza della spesa. Il dato singolare stando alle dichiarazioni del Ministro è che questo è il suo anno di gestione e le risorse a disposizione sono diminuite per una percentuale pari al 46,07 ( tab 5 ) con una perdita secca di € 79.054.232,89. Nella fase d’istruttoria, in aggiunta alle predette risorse del Fondo unico per gli investimenti, sono confluite nelle disponibilità relative alla programmazione, taluni stanziamenti di seguenti capitoli di parte corrente per un importo di € 17.159.028,07 che addizionato al totale delle risorse del Fondo unico per gli investimenti ammontante ad € 92.541.069,16 determinava una disponibilità complessiva programmabile di € 109.700.097,23. ( tab 6) A tali risorse si sono aggiunte quelle relative al taglio di 30 milioni di euro alla Soprintendenza di Pompei determinando quindi, una nuova disponibilità complessiva programmabile di € 139.799.297,16. ( tab 8). In buona sostanza con il taglio operato a Pompei che ha bisogno di risorse per almeno 200/250 milioni di euro il Ministro ha portato all’approvazione del Consiglio Superiore un piano di spesa e di interventi come se questo fosse un risultato straordinario della gestione di questo “annus horribilis” poiché per tentare di attenuare i tagli si è tolto a Pompei per dare ad altri. Dal mio punto di vista questa operazione rappresenta un vero è proprio fallimento della gestione che si trascinando da almeno 5 anni con gravissime ripercussioni sul tessuto sociale ed economico . Il Presidente Ciampi ha dichiarato che “ se funzionano i nostri musei,se funziona il nostro cinema,il teatro,la musica allora funziona meglio la società italiana e con essa l’economia”. Mi pare che il bilancio e le scelte compiute sino ad oggi rappresentano un vero e proprio disastro non solo per gli investimenti ma anche per il funzionamento.. I tagli operati per il funzionamento , nel settore degli Archivi e delle Biblioteche assommano attorno al 60/70% , per le Soprintendenze di settore sono allo stesso modo drammatici. Gli Uffici del Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici scrivono che: “Le risorse a disposizione per le spese essenziali e vive del funzionamento sono in trend negativo da almeno cinque anni. Si è cominciato ad incidere in modo pesante con il Decreto taglia spese (l.N.246/02) del 2002 (decremento del 19%), si è continuati nel 2003 (diminuzione del 10%) e , con la manovra economica del luglio 2004, effettuata con il D.L. 168/04, che ha ridotto in media del 40% le citate spese, ponendo gli Istituti Dipendenti in stato di gravissimo disagio.” Per il 2006 se si esaminano le richieste avanzate dalle Soprintendenze di settore per il funzionamento e le somme che oggi il Consiglio Superiore ha assegnate si ha il quadro completo della bancarotta: Le richieste delle Soprintendenze e le somme assegnate sono state pari a € 50.846.509,67 e le somme assegnate sono pari solo a 17.295.461,00.
Il Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici ha scritto che : “Si rischia, in altri termini, di dovere chiudere musei e zone archeologiche, per problemi connessi all’ impossibilità di pagare le spese per le pulizie o le bollette telefoniche o dell’elettricità! Tutto ciò, mentre si chiede all’Amministrazione di prolungare gli orari di aperture dei Musei, delle Zone Archeologiche e dei Compendi Monumentali.”
[omissis]
A ciò occorre aggiungere il mancato rinnovo del personale che nel corso di 5 anni è sceso di 3510 unità tra Dirigenti e funzionari Architetti,storci,archivisti,bibliotecari,archeologi, capi tecnici,amministrativi,addetti alla vigilanza. Non vi sono fondi per pagare le missioni e le somme destinate agli interventi di restauro riportate nella tabella 11 sono “ drogate” poiché molte delle risorse non potranno essere utilizzate per interventi di restauro e per la tutela ma serviranno a pagare con un artificio le spese di funzionamento tanto che molti Soprintendenti sono chiamati a rispondere nelle aule dei tribunali per le morosità che ormai si trascinano da anni. Per fare alcuni esempi la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana ha chiesto per il funzionamento € 1.301.112,91, ne riceverà solo 230.000,00, quella di Napoli 1.411.296,20 ne avrà solo 201.000,00, Potenza 783.642,53 ne avrà solo 196.000,00, la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Bari dei 1.353.000,00 richiesti ne avrà solo 184.000,00 Genova da 539.402,81 ne avrà solo 170.000,00, Torino da 770.929,62 solo 187.128,00 la Soprintendenza al Patrimonio storico artistico di Bologna da 768.500,00 ne riceverà solo 147.858,00 , L’Aquila da 1.003.920,00 ne avrà solo 204.000,00 la Soprintendenza Mista di Perugia da 1.043.000,00 richieste ne riceverà solo 217.000,00, l’Istituto nazionale per la grafica da 1.524.823,50 ne riceverà solo 258.000,00, la Galleria nazionale di arte moderna di Roma da 700.800,00 ne avrà solo 190.000,00 ecc, ecc…. Ai dati drammatici evidenziati va aggiunto anche quello delle risorse destinate alla formazione del personale che secondo la Commissione Europea, il documento di Lisbona dovrebbe garantire la “ formazione permanente “ di 23.000 lavoratori del Ministero cha passa da circa 8500 di vecchie lire del lontano 1986 a soli € 1,65 per ciascun addetto. Rispetto a tale quadro il Ministro Bottiglione non ha trovato di meglio che fare un semplice saluto di 3 minuti per poi abbandonare la seduta del Consiglio Superiore. Personalmente avrei gradito quantomeno una discussione aperta perchè ad esempio l’aver tagliato 30 milioni di euro a Pompei , che in qualche modo può rappresentare uno dei simboli dei beni culturali per darli ad altri,dimostra inequivocabilmente l’incapacità di comprendere lo stato di catastrofe in cui versa il settore. Per questo ho presentato una mozione rivolta ad evitare il taglio di Pompei che è stata respinta dal Consiglio Superiore che peraltro non vedeva neanche la presenza dei tre rappresentanti della Conferenza Stato Regioni e su 17 componenti i presenti erano solo 11. Per tali motivi ho ritenuto di votare contro il piano degli interventi che rappresenta davvero il fallimento del sistema dei beni culturali ed in questa logica la penalizzazione di Pompei è ancora più evidente. Roma 30 marzo ’06 Gianfranco Cerasoli
Tabella n. 5
[omissis]
|