La Medea al Colosseo 11-07-2015 Pier Giovanni Guzzo
Quanti desiderano "godere... la magnifica struttura del monumento (= il Colosseo), dai sotterranei che si svelano a cielo aperto, all'abbraccio della cavea" sono avvertiti. Il comunicato stampa ministeriale che annuncia le tre prossime repliche della Medea (di Seneca, non di Euripide) che si terranno nel Colosseo fissa due importanti notizie. La prima riguarda la destinazione, anche futura, a luogo di spettacoli del Colosseo stesso; la seconda è in palese contraddizione con precedenti annunci, anche del Ministro pro tempore in persona, circa il completamento del piano dell'arena. Se, infatti, i "sotterranei che si svelano a cielo aperto" saranno in grado di far "godere" gli spettatori della Medea, per quale motivo si era annunciato di volere il completamento del piano dell'arena e quindi la chiusura alla vista dei "sotterranei" così che ai prossimi spettatori sarà impedito di "godere"? Perchè una tale crudele disparità di trattamento, quasi fossero gli sventurati figli della maga rediviva? Ci si augura, almeno, che i costi dei biglietti saranno ribassati rispetto a quelli adesso annunciati. La definitiva destinazione a luogo per spettacoli del Colosseo è ribadita anche dal Soprintendente pro tempore. Con un ardito paragone il Soprintendente ricorda come le antiche e sanguinose lotte fra gladiatori si svolgessero nel "grandioso luogo di spettacolo, macchina del consenso" a vantaggio dell'Imperatore: altrettanto egli è sicuro avverrà da oggi in poi, così che si potrà "cogliere il suo (= del Colosseo) spirito originario". In tal modo veniamo ad apprendere che l'intera operazione, dallo svolgimento di spettacoli alla ricostruzione del piano dell'arena (ma si farà?), è finalizzata a far rivivere una contemporanea "macchina del consenso", anziché ad un programma di sensibilizzazione e di accrescimento culturali (cioè: la famosa valorizzazione). Ovviamente, ci auguriamo che, per assicurare la lodevole e democratica continuità di far "godere" anche i futuri frequentatori degli spettacoli con la visione dei "sotterranei", sia stata accantonata l'ipotesi di ricostruire il piano dell'arena: impresa per la quale sembra finora non siano stati resi noti i risultati degli studi relativi a suo tempo annunciati. La prossima produzione della Medea dimostrerà che spettacoli sono possibili anche con un piano non completo. Insistere, invece, per completarlo comporterà un sensibile dispendio di risorse: le quali, forse, sarebbero più utilmente impiegate nel procedere alla salvaguardia dalle infiltrazioni di acqua della non lontana Domus Aurea (cfr. www.archeoroma.beniculturali.it/cantieredomusaurea) che mettono in serio pericolo la conservazione degli affreschi che ancora resistono. Ma, purtroppo, si sa: per qualcuno è preferibile un consenso immediato, piuttosto che l'apprezzamento derivante dall'essersi adoperato senza clamore ad ingrate ed oscure attività di tutela. Gli spettacoli possono attendere, la conservazione dei monumenti storici ed artistici non ammette indugi, pena la loro definitiva perdita. E, una volta che siano distrutti, non ci sarà più possibilità di "valorizzazione": anche se, ne siamo più che sicuri, si troverà sempre il modo di far funzionare una "macchina del consenso".
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