Per i Beni culturali e per i Musei provvedimenti senza una ragione etica e scientifica riconoscibile 29-08-2015 Licia Vlad Borrelli
Per i Beni culturali e per i Musei provvedimenti senza una ragione etica e scientifica riconoscibile. Il Ministero rischia la dissoluzione.
Seguo con sempre maggiore apprensione quello che mi sembra il deliberato, progressivo disfacimento di una istituzione della quale per tanti anni ho fatto parte. Una istituzione nata male, vissuta peggio e avviata verso un fatale cupio dissolvi… Condivido appieno la appassionata battaglia civile che Salvatore Settis e Tomaso Montanari conducono ormai da molti anni con la sola autorevolezza che può essere unanimemente riconosciuta, quella di una eccezionale competenza professionale. Alla loro protesta se ne sono aggiunte altre (Andrea Emiliani, Fausto Zevi), ugualmente valide, che denotano il profondo disagio di tanti importanti intellettuali di fronte a provvedimenti per i quali si stenta trovare una ragione etica e scientifica. Nella libera repubblica della cultura non sono mai esistiti confini nazionali; non è certo, quindi, contro la nomina di studiosi stranieri a capo di istituzioni italiane che ci si vuole schierare. Le riserve che sono state sollevate, e che condivido, sono di ben altro genere, di ordine scientifico, storico, istituzionale, e investono la riforma stessa del Ministero e la recente legge Madia. Non conosco nessuno dei nuovi studiosi ai quali sarà affidata la cura dei più importanti siti e musei archeologici del nostro paese, ma quanto ho letto dei loro curricula e talune interviste rilasciate alla stampa, non mi fanno sentire troppo colpevole per questa mia ignoranza e mi sembra insensato non aver tenuto conto di altre professionalità e competenze consolidate. A meno di non essere succubi della frivola ricerca di novità e dell’ottusa esterofilia che è uno dei tanti risvolti negativi della nostra insicurezza nazionale. A prescindere, poi, dalla scelta delle persone, avvenuta, peraltro, con un vaglio che sembra precipitoso, privo di sufficienti e meditati controlli, con un ingiustificato arruolamento di massa, come se vi fossero delle impellenti emergenze, e il quasi totale azzeramento dei dirigenti esistenti, mi sono parsi particolarmente gravi due fatti: 1) che nell’illustrazione di questo “nuovo corso” si parli sempre e solo di valorizzazione e mai di tutela, menzionata, quest’ultima, insieme con lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, nell’articolo 9 della Costituzione fra i precipui compiti della Repubblica; 2) che non si sia sufficientemente tenuto conto della peculiare caratteristica dei nostri musei, molti dei quali si sono formati con la raccolta di collezioni prestigiose, ma che vengono altresì alimentati da un dinamico rapporto con il territorio, quale era garantito da un'unica direzione per museo e territorio e dalla continua osmosi di funzionari. Tutte queste preoccupazioni potranno anche sembrare lo sfogo di un vecchio ex-funzionario restio ai cambiamenti… Nell’interesse del nostro patrimonio culturale mi auguro vivamente che possano essere smentite dai fatti. Ne dubito.
Licia Vlad Borrelli già Ispettore centrale per l'Archeologia
|