Si avvicina la fine dell'archeologia preventiva? 24-01-2016 Pier Giovanni Guzzo
SI AVVICINA LA FINE DELL'ARCHEOLOGIA PREVENTIVA? Non si è ancora metabolizzato (e come si sarebbe potuto?) il secondo sconquasso del quale ha sofferto il Ministero per i Beni Culturali, ormai chiaramente in liquidazione, che si apprende di un ulteriore, possibile colpo basso. A leggere una bozza di provvedimento sarebbe in discussione l'abrogazione degli articoli 95 e 96 del codice degli appalti (D. Lgs. 163/2006): quelli relativi all'archeologia preventiva. Attività mai stata gradita a chiunque, fosse pubblico o privato o semiprivato, che avesse volontà o necessità di modificare lo stato attuale del territorio nei settori di esso che siano noti come potenzialmente a rischio della conservazione del patrimonio archeologico sepolto. L'elemento che in particolare insospettisce è la coincidenza temporale tra la sparizione delle Soprintendenze Archeologia (così definite in dispregio della grammatica) e la ventilata abrogazione dell'archeologia preventiva. In caso tale abrogazione venisse perfezionata (e, vista l'aria che tira, non c'è da essere ottimisti) per la tutela dei beni di interesse archeologico che venissero "casualmente" in luce durante i lavori non più sottoposti alla procedura dell'archeologia preventiva non rimarrebbe che la vecchia norma della sospensione dei lavori. ma per applicarla occorre che si verifichi una pre-condizione: che, cioè, dell'avvenuta messa in luce sia informato un funzionario archeologo, per di più in grado, superando tagli di risorse, limitazioni ai movimenti, mancanza di mezzi di trasporto, superlavoro, di recarsi sul posto, prendere visione della situazione e riferire della scoperta "di importante interesse". Ma il nuovo Soprintendente unico, ben difficilmente di formazione archeologica, vorrà sottoscrivere quell'"importante interesse", per la valutazione del quale non possiede, non per sua colpa, gli strumenti di giudizio necessari? Ammesso che tutto proceda bene fino a qui, come e con quali fondi, in immediata disponibilità, si affronterà, nei sessanta giorni di "sospensione temporanea" il necessario scavo archeologico volto a salvaguardare i reperti "di importante interesse" venuti in luce? A Se l'inizio di questo anno 2016, bisestile, è stato finora segnato negativamente dal crollo del borse, non meno disastroso è stato il corso dei valori culturali. Con la differenza che le prime sono altalenanti per definizione; mentre per i secondi ogni abbassamento prelude, non a rimbalzi, ma a cadute ancora più profonde. Così come stiamo assistendo. PIER GIOVANNI GUZZO
|