Nozze, brindisi e feste nei musei e nei siti. E per i direttori si spendono 3 milioni di euro. Bastava il prefetto Tronca o una Pro Loco 05-04-2016 Vittorio Emiliani
Secondo il premier Matteo Renzi e il suo ligio ministro Dario Franceschini, le Soprintendenze non hanno mai saputo produrre in passato alcuna valorizzazione delle collezioni museali. Per la verità esse soffrivano da sempre di carenze di fondi inimmaginabili all'esterno. E comunque hanno prodotto mostre di ricerca formidabili, dalle celebrate Biennali di Arte antica iniziate da Cesare Gnudi a Bologna (Reni, Carracci, Crespi, Guercino e tanti altri) in collaborazione con musei tedeschi o americani agli splendenti Ori di Taranto o al patrimonio di Pompei e di Oplonti, oppure ai mosaici memorabili di Ostia Antica (Aurea Roma) al Palaexpo, per citarne soltanto pochissime. Con più soldi, chissà cosa avrebbero prodotto. Ma tant'è. Va di moda prendere a schiaffi i nostri già sottopagati storici dell'arte e archeologi dipendenti dal Ministero e difatti soltanto uno dei 20 direttori viene da questi quadri. Ora è tutta un'altra musica. Agli Uffizi è andato il direttore del Museo di arti applicate e tessili del Minnesota. A Paestum un trentaquattrenne svizzero senza esperienze gestionali. A Taranto, capitale della Magna Grecia, una archeologa però medioevale direttrice di un museo antropologico in Bretagna. A Napoli, sublime museo greco-romano, un quarantenne che ha come massimo titolo una guida ai musei, peraltro etruschi, di Cortona. Alla Reggia di Caserta un uomo di marketing esperto di cimiteri e così via. Orbene, cosa hanno tirato fuori dal sacco delle loro esperienze e intelligenze questi direttori con stipendi di 145.000 euro all'anno contro i 35.000 dei loro colleghi italiani che avevano retto, del tutto onorevolmente, quegli stessi musei o siti a partire da Antonio Natali agli Uffizi e da Valeria Sampaolo a Napoli ? Pochino. In un accurato e piacevole servizio per l'Ansa una giornalista specializzata, Silvia Lambertucci, ha raccontato il 2 aprile che a Paestum gli sposi potranno dire presto il loro sì e brindare con amici e parenti "davanti al Tempio di Hera, magari dopo essersi assicurati un servizio fotografico da urlo tra le rovine del patrimonio dell'Umanità". "Con tanto di regolamento e tariffario, da 200 euro in su", precisa il direttore Gabriel Zuchtriegel per le foto (ma il tariffario c'era già invero) e di 2 mila in su per il rito civile. A Roma lo ha preceduto il super-prefetto Francesco Paolo Tronca: con 15 mila euro si potrà affittare addirittura il Circo Massimo per 24 ore. Sotto gli occhi di tutti. Dopo i Rolling Stones, tutto è possibile pur di fare soldi. Per la verità, ricorda Lambertucci, quando si parlò di usare così anche il Colosseo, Dario Franceschini definì la cosa "un po' kitsch". E i servizi fotografici matrimoniali vennero addirittura vietati a Pompei dal soprintendente Massimo Osanna. E lì mi pare che lavorasse Zuchtriegel. Si vede che a Paestum ha sposato altre usanze. La cosa, rivela il servizio, ha subito "attirato l'attenzione" del nuovo direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori lieto di uscire dalle esperienze cimiteriali, bolognesi e non, per rallegrare con sponsali e altro gli spazi della "Versailles italiana" ben restaurati da altri. Stiano magari in campana i super-direttori venuti dal Nord: nel Sud gli sponsali si protraggono anche per intere giornate, con giochi, tombole, balli, canti, ecc. Certo il campo di fruizione festaiola è vastissimo e i nuovi ricchi ne saranno felici. "L'apertura è condivisa" infatti da un altro neo-direttore austriaco, Peter Aufreiter, che ha avuto in sorte il Palazzo Ducale di Urbino e sta allestendo una serie di "eventi" (inclusi i matrimoni forse) nel Giardino d'Inverno della reggia dei Montefeltro. E il personale per questi e altri mirabili "eventi" chi ce lo metterà? I custodi dei musei "di eccellenza" sono sempre gli stessi, anzi stanno sensibilmente calando a causa dell'età. I direttori potranno servirsi di altro personale outsourcing (che vuol dire "esterno"). Attenti però a non sottovalutare i rischi: i nostri malpagati custodi (1000-1100 euro al mese netti) svolgono con diligenza e fedeltà il loro lavoro, di giorno e di notte (quando la guardiania è armata). Col personale "esterno" possono succedere cose gravi: è avvenuto al Museo di Castelvecchio a Verona dove il "basista" stava proprio fra i vigilantes di una società privata che si era da poco aggiudicata l'appalto per la sicurezza (si fa per dire). A me viene un pensiero forse malizioso: ma, per partorire queste idee tanto brillanti e tanto "nuove" sull'affitto di sale, saloni, giardini museali e archeologici non bastava mettere in moto qualche modesta Pro Loco cittadina o borghigiana? Sarebbe certamente costata meno dei 145.000 euro l'anno che, moltiplicati per venti, fanno, per ora, quasi 3 milioni di euro l'anno di soli stipendi direttoriali. Con risultati, temo, analoghi, ma con la certezza di un maggior "filtro" scientifico da parte dei Soprintendenti ora esclusi anche perché apertamente detestati da Renzi nel suo ambizioso libretto "Stil Novo", fin dall'anno di grazia 2011. Attenzione: altri "bandi internazionali" si preparano ora per tutta una serie di altri musei e di siti. A partire da Roma.
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