Continua al Senato la giusta guerra ambientalista contro la Sfasciaparchi 01-11-2017 Vittorio Emiliani
Continua al Senato la giusta «guerra» ambientalista contro la Sfasciaparchi
di Vittorio Emiliani
Al Senato continua la giusta «guerra» delle opposizioni al disegno di legge definito ormai «sfasciaparchi» col quale il Pd tenta di svuotare dei suoi contenuti migliori la legge-quadro sulle aree protette Cederna-Ceruti del 1991, con la quale sono stati istituiti in Italia ben 19 nuovi Parchi Nazionali, Una vera «rivoluzione verde». Si teme infatti un colpo di mano dell´ultima ora. magari «spacchettando» la legge Caleo (Pd), infilandone dei pezzi nella legge di stabilità per farli passare con la fiducia. Sarebbe almeno la seconda volta: un anno fa lo stesso Pd (questa volta quello romano guidato da Lorenza Bonaccorsi, responsabile della Cultura) ha introdotto nella legge finanziaria un emendamento col quale veniva rivoluzionato l´assetto della tutela dell´archeologia romana... Così ha creato le premesse di un assurdo Parco Archeologico Palatino-Colosseo-Domus Aurea pur di sottrarre (ragione altamente scientifica) il «cucuzzaro» di ben 6o milioni di euro a tutto il resto e anche ai Fori Imperiali ricadenti sotto la Sovrintendenza Capitolina. Respinto tre volte dal presidente della Commissione Bilancio, Boccia, è stato riproposto con oltre 20 firme e approvato, creando con ciò un precedente gravissimo. I senatori contrari alla legge (M5s, Mdp, SI, ecc.) sono tenuti in costante allarme principalmente dal Gruppo dei Trenta (composto da tecnici di alta qualificazione come Giorgio Boscagli, ex Foreste Casentinesi, e Francesco Mezzatesta, Lipu) su questi punti: 1) i «ritocchi» avallati alla Camera da Ermete Realacci declassano i Parchi Nazionali ad una specie di mega-Pro Loco imponendo compiti assolutamente estranei alla autentica mission dei Parchi; 2) l´inadeguatezza, in qualità e quantità, degli organici ed elementi strategici quali la sorveglianza, la gestione faunistica vengono del tutto trascurati o trattati in modo incompetente; 3) sottratti all’Albo degli Idonei i profili dei direttori, questi ultimi non avrebbero più alcun vaglio scientifico preliminare: non tanto sul piano dei titoli di studio quanto su quello delle competenze maturate. Peggio ancora per i presidenti già ora di sempre più modesta levatura; 4) le Aree marine Protette verrebbero lasciate in balia di improbabili consorzi locali privi di qualsiasi competenza specifica; 5) dalla Commissione Ambiente (meno male!) della Camera è uscita una “scappatoia” per la prosecuzione delle ricerche di idrocarburi nelle aree protette; 6) il Parco Nazionale del delta del Po rimarrebbe, con la legge Caleo, soltanto un miraggio, una solenne presa in giro. E pensare che è una delle ormai rarissime aree ancora verdi sull´Adriatico, certo la più estesa. I Parchi Nazionali - magari spezzettati alla maniera dello Stelvio (in tre parti) - non possono diventare l´ennesimo carrozzone al servizio della piccola politica locale, tante poltroncine da far occupare al piccolo riciclaggio dei partiti di governo e loro fiancheggiatori. Va ricordato che fu Silvio Berlusconi a promettere la divisione in tre parti del Parco Nazionale dello Stelvio (Lombardia, Province Autonome di Trento e Bozano) per ottenere in cambio i voti dei parlamentari della SVP. A volte ritornano. Allegria.
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