Tutela e valorizzazione: unite o separate? 08-01-2018 Pier Giovanni Guzzo
TUTELA E VALORIZZAZIONE: unite o separate? Sono un ex Soprintendente, di quelli vecchi ai quali il Ministro Franceschini dal TG 1 del 6 gennaio ha voluto tirare le orecchie: informandoli (e ammonendoli) che la tutela del nostro patrimonio può andare di pari passo con la sua valorizzazione. Il Ministro sa bene, ma non lo dice, che gli strumenti utili a garantire la tutela e quelli utili a produrre valorizzazione sono diversi fra loro. Ed altrettanto sa, anche se non dice neanche questo, che la sua riforma ha separato nettamente la valorizzazione dalla tutela. La prima è compito dei Poli Museali e dei Musei autonomi; la seconda delle Soprintendenze (quegli uffici criticati sia dall'ex Presidente Renzi sia dall'on.le Boschi, nonché dal segretario della Lega e da molti altri politici ed amministratori locali). Pertanto, affermare che se una di queste due funzioni segna buoni risultati, altrettanti buoni risultati segna anche la seconda non corrisponde né al vero né alla reale sostanza della riforma voluta dallo stesso Ministro Franceschini. Il quale quindi pecca di illogicità e di contraddizione con se stesso. Non entrerò, oggi, nella discussione relativa alla valutazione di merito sui numeri dei visitatori dei musei: basti ricordare che, di questi, una quota rilevante è costituita da stranieri. I quali ben poco potrebbero fare, anche se lo volessero, a pro' della tutela. Ma, circa quest'ultima, basterebbe che il Ministro modificasse il vigente divieto di rilasciare dichiarazioni critiche da parte di Soprintendenti e funzionari per acquisire conoscenza del reale stato di salute della tutela. L'infimo livello del quale, nonostante gli sforzi dei funzionari e del personale, è ben noto sia da colloqui svoltisi sotto stretto vincolo di segreto sia perfino da quanto relazionato da parte dei Soprintendenti di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria in occasione del Convegno di Studi sulla Storia e l'Archeologia della Magna Grecia svoltosi a Taranto nel settembre scorso. Se il Ministro vuole che davvero sia efficace e completa, rispetto agli obiettivi dettati dall'art. 9 della Costituzione, la sua riforma si affretti a dotare le Soprintendenze territoriali, le uniche che esercitano la tutela, di risorse, professionali e finanziarie, adeguate al loro gravoso ma meritorio compito; e non equipari, come si faceva operativamente ai vecchi tempi, valorizzazione e tutela, che lui stesso ha voluto artificiosamente separare, in illogiche dichiarazioni trionfalistiche. PIER GIOVANNI GUZZO
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