Il programma generale di recupero di Matera 19-12-2006 Michele Morelli
Il programma generale di recupero di Matera individua gli assi portanti della struttura urbana dei Sassi e del piano settecentesco a sostegno del ruolo simbolico-funzionale per il rinnovamento del centro storico.
Le direttrici secondo cui si collocano tali assi hanno come riferimento le cinque piazze più rilevanti della nostra storia: la piazza della Cattedrale, piazza del Sedile, piazza V. Veneto, piazza Pascoli, piazza S. Giovanni. Sono i segni che danno identità urbana all’antico tessuto e coincidono con una serie di manufatti edilizi (palazzi, chiese, spazi pubblici, assi commerciali e di servizi, molti dei quali dedicati alla cultura). Il programma individua un anello di collegamento veicolare, interno e di avvicinamento, e una rete pedonale che rende accessibile e fruibile l’intera trama urbana. Nell’anello veicolare interno al centro storico l’accesso, il transito e la sosta, secondo le previsioni, deve essere controllato, organizzato e consentito ai soli autorizzati, tenendo conto della capacità di carico degli spazi “liberi” disponibili. Questo è quanto, in estrema sintesi, prevede uno dei documenti di programmazione/pianificazione più importanti della città (previsioni confermate nel PRG e nel Piano Urbano del Traffico). Gli abitanti e dimoranti, residenti e addetti alle attività commerciali della zona, sono seriamente preoccupati. Molti di loro sono convinti che oltre a programmare gli interventi di riqualificazione urbana (piazza del Sedile, piazza san Giovanni, via san Biagio, via Duomo, via Margherita, via del Corso, via san Francesco e via Ridola), oltre agli incentivi economici destinati a qualificare le attività commerciali e artigianali, sono necessari ulteriori interventi di arredo urbano e, soprattutto, risposte strutturali che riguardano la mobilità e i parcheggi. Altrimenti tutto questo sforzo finanziario non servirà a nulla. L’Associazione di Strada promossa dai commercianti e dagli artigiani è un segnale di “buona pratica” che va nella direzione giusta. Oltre ad una corretta disciplina del transito e della sosta, al potenziamento del trasporto pubblico, così come si è fatto nelle principali capitali culturali europee, per tutelare il patrimonio storico e i tanti investimenti, sia pubblici che privati, è indispensabile e utile accrescere la dotazione dei parcheggi lungo lasse del piano. I cittadini si aspettano dall’amministrazione comunale queste risposte. Nelle prossime settimane il Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare il piano di “recupero” del cosiddetto ex orto giardino Porcari. L’amministrazione comunale tuttora è convinta che non vi sono alternative ( 9.000 metri cubi al privato di carico edilizio in più in cambio di improbabili 100 parcheggi in proprietà pubblica). La trasformazione di questa area, invece, non può che rispondere ad un elevato interesse generale così come del resto aveva previsto il piano regolatore Piccinato. Se si vuole sul serio tutelare e valorizzare con coerenza i Sassi e la città settecentesca, comprese le attività produttive insediate, è vitale destinare l’ultima area libera lungo lasse di via Lucana in prevalenza a parcheggio pubblico, al servizio dei residenti e delle attività produttive. Come abbiamo più volte suggerito, gli strumenti per intervenire non mancano e neppure le risorse economiche. C’è solo bisogno di un po’ di senso pubblico in più. La politica non può e non deve rassegnarsi alla logica della rendita del mattone. Solo in questo modo è possibile immaginare via del Corso, via Margherita, piazza Duomo, piazza san Francesco e via Ridola, via san Biagio, quali luoghi pubblici dedicati alle relazioni sociali, alla cultura, al turismo e al commercio di qualità. E’ l’unica strada per contrastare il monopolio e l’invadenza degli ipermercati ed essere competitivi. In questi giorni è partita la campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per favorire l’adozione di un nuovo progetto urbano in grado di migliorare la qualità della vita dei residenti e rilanciare la ripresa economica del centro storico. L’urbanistica contrattata non è mai stato un processo democratico autentico, basta guardare cosa sono oggi le città, in modo particolare nel mezzogiorno. La rendita speculativa negli ultimi decenni ha avuto la capacità di penetrare i partiti e gli schieramenti. Oggi non vi è nessun argine morale culturale e politico nei confronti di questi interessi. Il centro sinistra ha l’occasione per dimostrare di possedere valori e progetti condivisi per il governo della città . Una idea di città che dia speranza per il futuro. Una svolta chiara e sincera , senza tradimenti, altro che le proposte di legge sulla città dei bambini. |