Il programma della sinistra e i beni culturali 15-01-2007 Bruno Ciliento
E' stato pubblicato con rilievo "l'albero del programma", il piano discusso a Caserta dal governo. A p. 36 si parla di beni culturali, con molte proposte - forse troppe. Alcune possono trovare approvazione unanime, altre, come normale, susciteranno reazioni diverse. Mi colpisce però che sotto la voce "consolidare l'organizzazione statale della tutela culturale", insieme a propositi del tipo "rafforzare i poteri e l'autorevolezza dei soprintendenti" si legga "estendere le funzioni di tutela ai governi territoriali lasciando allo Stato le funzioni di alta garanzia generale". Cosa vuol dire? Coinvolgere le realtà regionali e locali nella tutela - cosa ottima, che peraltro possono fare anche adesso, se vogliono, e sul piano del territorio e dei centri storici non sempre fanno - o delegare la tutela, sul tipo di quanto fatto con esiti molto molto discutibili in tema di paesaggio? Questo sarebbe "consolidare l'organizzazione statale"? Si tratta di propositi ormai del tutto superati sul piano culturale, certo non su quello degli equilibri di potere. Indubbiamente ipotesi del genere, sempre espresse in modo poco chiaro, erano presenti nel programma dell'Unione. Mi pare argomento di grande delicatezza, che non dovrebbe essere lasciato a dibattiti ristretti ma portato all'attenzione del mondo politico e culturale. Bruno Ciliento |