Villa del Tellaro 22-02-2007 Ercole Noto - Benito Tagliaferro
Molto è stato scritto su queste pagine sulla Villa romana del Tellaro e sulla lunga storia dei suoi mosaici policromi; ed è stato soprattutto grazie alla gentile disponibilità della redazione di codesto sito web se i lettori hanno potuto seguire la cronaca e le ultime vicissitudini di un patrimonio archeologico definito “unico” e maledettamente impossibile da vedere. La redazione, come anche precisa nella prefazione della sezione dedicata alla rassegna stampa, aggiorna quotidianamente l’informazione, tratta dall’editoria cartacea e on line, e “la raccolta non è sistematica, ma ha carattere puramente orientativo”. Ritengo utile quindi, per una maggiore completezza di notizie sull’argomento trattato in più occasioni, proporre al lettore l’articolo a firma di Benito Tagliaferro, “Restituire alla città i suoi tesori”, apparso il 9 febbraio scorso su Sicilia Siracusa, da me estrapolato dalla rassegna stampa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e che riporto integralmente. Speriamo sia la volta buona. Ercole Noto
RESTITUIRE ALLA CITTA’ I SUOI TESORI Incontro tra l’archeologo della Soprintendenza Guzzardi e Legambiente. Mentre si prospettano tempi lunghi per l’apertura della villa romana del Tellaro a seguito del crollo di una parte della copertura del tetto che, staccandosi dal supporto metallico è finita accanto ai reperti fortunatamente non danneggiati, il circolo di Legambiente fa presente di avere avuto un incontro informale con i responsabili della Soprintendenza. “L’incontro informale – evidenzia il presidente dl circolo Sebastiano Tiberio – è avvenuto con l’archeologo Lorenzo Guzzardi della Soprintendenza con il quale si è convenuto circa la necessità di instaurare un dialogo costruttivo tra le varie associazioni cittadine e in particolare con Legambiente per risolvere la questione della fruibilità dei mosaici, risalenti alla metà del IV sec. d.C. L’archeologo Guzzardi, responsabile della sezione Beni archeologici di Siracusa – aggiunge il presidente Tiberio – ha concordato circa la legittimità della richiesta dell’associazione ambientalista di constatare quali sono veramente le reali condizioni dei mosaici, fermo restando il fatto che ormai bisogna prioritariamente avere il consenso del magistrato a cui è stato affidato l’incarico di dipanare la delicata matassa relativa al crollo di una parte della struttura della villa romana”. Viva attesa c’è, insomma, nell’ambiente cittadino per sapere in quale stato sono i mosaici, a seguito l’esposizione avvenuta nel luglio 2003 nella chiesa di San Domenico. I mosaici, come si ricorda, successivamente furono ricollocati nel sito di ritrovamento dove è avvenuto il crollo del tetto della villa. A suo tempo il circolo di Legambiente aveva denunziato che i mosaici erano in stato di degrado, denunzia poi confermata in un dibattito dall’ex assessore ai Beni culturali, Fabio Granata. “Ora il problema dei mosaici viene affrontato con maggiore determinazione - conclude Tiberio – e ciò grazie anche allo sforzo congiunto di tutte le istituzioni che hanno l’obbligo di restituire alla città di Noto i reperti che costituiscono fonte di sviluppo economico sostenibile. La fruizione dei famosi reperti, che raffigurano scene di caccia e rappresentazioni commensali, consentirebbe di modificare il turismo esistente nella zona, rendendolo da turismo quantitativo “mordi e fuggi” in turismo di qualità”. Legambiente crede che, realizzando un filo diretto tra le istituzioni locali, associazioni ambientaliste e Soprintendenza, è possibile arrivare alla soluzione del problema mosaici nonché ottenere delle ricadute economiche positive per la città. BENITO TAGLIAFERRO |