Il portale della Chiesa di S. Francesco di Cingoli (MC) 05-05-2007 Luca Centanni
La chiesa di S. Francesco era ed è uno dei più ampi edifici sacri di Cingoli e come tale fu utilizzato dal Comune per le affollate prediche quaresimali, particolarmente nella seconda metà del sec. XVI. La si trova già eretta nel 1225 e fu spesso sede di Capitoli provinciali dei Frati conventuali, soprattutto negli anni 1502 e 1588. Fu interamente ricostruita, all'interno, al pari del convento annesso (attualmente non più visibile) alla fine del sec. XVIII, giacché risulta di recente costruzione nell'elenco delle chiese censite in età napoleonica, dal Dipartimento del Musone, ai fini della soppressione. Rimase aperta al culto anche dopo la secolarizzazione del convento e, anzi, fu completata con una nuova facciata neoclassica intorno al 1840. La chiesa di S. Francesco accoglieva i monumenti sepolcrali di alcune nobili famiglie cingolane. L'altare della famiglia Cima, del quale si conservano due raffigurazioni, una del Vannucci (XVII sec.) e l'altra del Vogel (XVIII sec.), era costituito da un altare sormontato da un baldacchino sorretto da due colonne tortili che insistevano su due leoni. Sulla mensa era posta una figura femminile. Nello sfondo una Madonna con il Bambino tra S. Bonaventura e S. Esuperanzio. Al centro del baldacchino lo stemma dei Cima. Il sepolcro venne realizzato, se si presta fede alla data incisa nel sepolcro, nel 1414. Dell'originario impianto medioevale non restano che le fiancate e il portale romanico, conservato e inserito nella parete destra della chiesa. Ogggi la situazione si presenta precaria, la facciata è segnata da gravi segni di degrado e da possibili distaccamenti del cornicione (vedi apposito parasassi installato all’ingresso per sicurezza pubblica). Portale romanico La costruzione del portale viene attribuita al cingolano maestro Giacomo, attivo nella seconda metà del XIII secolo a Cingoli e autore, oltre del già citato portale di S. Francesco, anche dei portali delle chiese di S. Esuperanzio e di S. Nicolò. Le colonnine tortili e la decorazione dell’arcata esterna e del rispettivo pilastro richiamano il portale di S. Esuperanzio. Più marcata in questo caso la decorazione del capitello, in cui risultano anche plastiche figure di animali, e più definita, pur nel suo carattere elementare, la figura a netto rilievo di S. Francesco che campeggia nella lunetta. Giacomo da Cingoli lavorò anche nella vicina cittadina di Staffolo (provincia di Ancona) contribuendo alla costruzione della Chiesa di S. Maria della Castellaretta e dei portali delle chiese di S. Egidio e di S. Francesco. Il portale presenta evidenti e preoccupanti segni di un degrado piuttosto avanzato. La figura a rilievo del santo che campeggia nella lunetta risulta priva di braccia (cadute nel 2002 ma fortunatamente recuperate e custodite presso il Comune).
Ci auguriamo che le Autorità competenti prendano in seria considerazione l’idea di restaurare quest’opera che merita certamente una maggiore protezione e una più attenta valorizzazione.
Bibliografia di riferimento: 1) Appignanesi P., Guida della città e del territorio, in AA.VV., Cingoli. Natura Arte Storia Costume, Cingoli 1994, p. 104 2) Avarucci G. - A. Salvi A., Le iscrizioni medioevali di Cingoli, Padova 1986, p. 105 3) Avicenna O., Memorie della città di Cingoli, Jesi 1644, p. 319) 4) Cherubini A., Architettura e scultura medievali nel territorio di Cingoli, in AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche, "Studi Maceratesi" 19, Atti del XIX Convegno di studi maceratesi, Cingoli 15-16 ottobre 1983, Centro di Studi Storici Maceratesi, Macerata 1986, p. 172 5) http://www.antiqui.it/cingoli.htm
Autori: Operatore dei Beni Archeologici: Alberto Calvelli (www.antiqui.it) Luca Centanni
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