La "torre in tufo" di Montefiascone 19-06-2007 Luca Bellincioni
L'orribile nuova "torre in tufo" di Montefiascone conferma la tendenza al degrado di questo comune, oramai da anni sempre più evidente. Abusivismo edilizio attorno al Lago di Bolsena, incongrui capannoni e agglomerati industriali-artigianali sparsi ed isolati nella campagne, costruzioni moderne impattanti e assolutamente in contrasto con l'estetica e la storia dei luoghi, scheletri di edifici mai compiuti sulla Cassia per Viterbo, la Via Francigena circondata da case e abbandonata a se stessa: il territorio di Montefiascone sta diventando davvero il più degradato della Tuscia (peggio anche di Viterbo, Orte e Montalto), e ciò che più sconvolge è che la vocazione di questa zona è palesemente e notoriamente turistica ed agricola, peraltro con una produzione vinicola di grande pregio. In confronto, il territorio di Civita Castellana, che pure ha avuto un consistente sviluppo industriale, è stato gestito in maniera assai più ordinata, nel rispetto delle valenze ambientali e della vocazione turistica della Valle del Treja! Davvero triste, insomma, constatare la pochezza culturale e la scarsa lungimiranza delle amministrazioni di Montefiascone negli ultimi anni. Oltretutto, tornando alla torre di tufo, perché non è stata almeno rivestita di peperino? Incredibile: è stato usato il tufo proprio in uno dei pochi luoghi della Tuscia in cui questa roccia non fa parte del tessuto edilizio storico! Credo inoltre che le brutture del territorio di Montefiascone, trovandosi sulla Via Cassia, siano gravissime poiché vanno ad impattare sull'immagine turistica dell'intera Tuscia e in particolare del comprensorio volsino, già aggredito negli ultimi anni da devastanti fenomeni di abusivismo e speculazione edilizia (basti guardare intorno a tutti i paesi del comprensorio, a partire - oltre che dalla stessa Montefiascone come già detto - da Bolsena, Marta, Capodimonte, Piansano, Grotte di Castro). La stessa tanto celebrata "strada del vino est est est" si riduce - in pratica, almeno sulla Cassia - ad un triste girovagare tra capannoni, sobborghi, villini e costruzioni pseudo-avveniristiche. Qualcosa credo che a questo punto dovrebbe essere fatta per invertire questa tendenza, come ad esempio l'istituzione del Parco Regionale del Lago di Bolsena, progetto da troppo tempo ancora scandalosamente rimandato e che invece è ormai l'unica vera speranza per ostacolare l'incombente degrado di questa parte così pregiata della Tuscia e del Lazio. E non si lamentino a questo punto gli amministratori della zona (e della provincia) se il turismo non è ancora all'altezza delle aspettative. Non si accolgono i visitatori col degrado ma con la valorizzazione dei luoghi. In altre località dove è presente una viticoltura di grande pregio (come ad esempio Montalcino, Montepulciano, Montefalco, Asti, Chianti, Orvietano, ...) si sono fatti o si stanno facendo ristrutturazioni e restyling dei centri storici, e sono in atto seri e significativi progetti sulla tutela del paesaggio rurale tradizionale, con straordinario riscontro in termini turistici e quindi economici. Qui, invece, i centri storici sono quasi tutti cadenti, deturpati, talvolta mal ristrutturati, semiabbandonati e tuttavia con periferie sempre crescenti ed invadenti! A quando, insomma, l'uscita della Tuscia dal Terzo Mondo del Turismo?
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