Come muore un centro storico: il caso di Urbino 21-07-2004 Fabio Isman; Vittorio Emiliani
Parliamo molto di leggi e di norme (negli ultimi tempi, pessime), di musei e di singoli monumenti, d’ambiente e restauri; ma forse ancora troppo poco di una tra le davvero massime ed irripetibili ricchezze del nostro (ex) bel Paese: i centri storici che esso possiede.
Spesso, scrigni d’arte quelli delle città maggiori; ma tutti testimonianza preziosa, e comunque significativa, di che cosa l’Italia è stata: il Paese delle 40 mila tra rocche e castelli, di 900 centri storici (appunto) ritenuti d’«eccezionale importanza».
Eppure, è anche su questi centri storici che si gioca il nostro futuro. Mi è venuto di pensarlo leggendo un bel librino, assolutamente originale per l’angolazione con cui affronta il problema, che Vittorio Emiliani ha dedicato ad Urbino (L’enigma di Urbino, Aragno editore, 180 pag. 12 euro), città che è stata la sua dell’infanzia.
Un luogo, ed anzi un mondo, visti attraverso la lente del vigol: il vicolo di fronte al “palazzo in forma di città” voluto da Federico da Montefeltro, in cui egli, da ragazzo, abitava.
Ancora negli Anni 50, nel quartiere vivevano 300 anime; oggi, 15 o 16 persone. Emiliani le elenca: le une, e le altre. Gli antichi palazzi attorno ad una via curiosamente chiamata Veterani, sono ormai sedi universitarie.
Dopo esserci vissuto tanti anni fa, Emiliani vi è ritornato, come consigliere comunale: il libro degli affetti, quasi una sorta di viaggio sentimentale, si fa allora pamphlet politico; da Raffaello e da Barocci, da Paolo Volponi e Carlo Bo, passa ad altro; indaga il perché di tanto spopolamento, dello sradicamento del centro d’una città.
Urbino è metafora dei nostri tanti centri storici, la metafora di un Paese; in cui tanti, ma tanti davvero, sono gli enigmi. Di solito, ahinoi, sempre irrisolti.
----------------------------------------------------- Da Vittorio Emiliani:
A questa breve nota di Fabio Isman sul mio ultimo libro "L'enigma di Urbino" (Aragno editore), vorrei aggiungere una breve osservazione. Un altro aspetto drammatico, talvolta tralasciato e messo in secondo piano, è la progressiva desertificazione di quel centro storico (Urbino), precedentemente conservato grazie ad alcune leggi speciali dello Stato.
Nel dopoguerra dentro le mura abitavano oltre 5.000 persone ed oggi ne sono rimaste 640 (gli affittacamere hanno conquistato sempre più spazio).
Nel quartiere del Duomo, davanti al Palazzo Ducale, di cui mi occupo anche nel libro, all'inizio degli anni'50 i residenti erano circa 350, mentre ora sono ridotti a 16... Un caso limite dei più allarmanti.
Vittorio Emiliani
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La Readzione invita gli utenti a segnalare altri casi di centri storici che abbiano subito negli ultimi tempi contrazioni particolarmente forti dal punto di vista demografico. E' facilmente percepibile infatti che spesso la contrazione demografica sia accompagnata anche da un dilagante abbandono del tessuto urbano e da una diminuzione della "cura" per i monumenti. Grazie |