LUCCA - LA SVENDITA DEL PAESAGGIO TOSCANO 13-12-2007 Patrick Geddes
Dopo la colata di cemento con contorno di serre trasformate in volumetrie edilizie, ora è in procinto di essere attivata l’ultima trance cementificatoria ( non è detto che sia l’ultima ). Si tratta della proposta autosponsorizzata, in odore di conflitto di interessi e di inciucio politico amministrativo trasversale, che in Toscana e a Lucca, come a Pistoia, Pisa, ecct., prende le mosse ancora una volta da un allentamento delle maglie regionali riguardo un’attenzione territoriale e paesaggistica ormai non più nell’ agenda toscana e che in questo caso è resa possibile dal PRAER recentemente approvato “…che incentiva particolarmente il recupero delle aree escavate..” In considerazione che in Toscana “…le aree di cava non più attive dovranno essere bonificate..”, da più parti vengono proposte possibilità di utilizzo di tali siti allocandovi ulteriore volumetria edilizia e cementificazione. In ordine a ciò è da rilevare che il concetto di “bonifica dei siti estrattivi “ ha sempre supportato e spesso coperto ulteriori escavazioni, spesso non conformi ai piani di coltivazione, disattendendo l’obiettivo e ponendo le premesse per una attività di “bonifica illimitata”, con escavazione illimitata. Nei casi dove non c’è più niente da scavare o le condizioni ambientali sono sfavorevoli, allora si raschia fino in fondo il barile della speculazione, e con il conforto delle istituzioni si procede a localizzare in tali siti altre enormi volumetrie edilizie, estranee all’ambiente interessato. In questi ultimi 5-10 anni, si sono poste le premesse ( molte delle quali concretizzatesi ) di una enorme speculazione territoriale, di una modifica del paesaggio toscano, sfruttandone la sua qualità e bellezza. Il territorio e il paesaggio che si originerà da questa vasta manovra speculativa non sarà più quello che abbiamo conosciuto e ciò avverrà non sulla base di una domanda reale di abitazioni, di un aumento demografico, comunque altrimenti allocabile sul territorio, di una programmazione partecipata, concertata e condivisa, bensì sulla pura e semplice speculazione immobiliare sostenuta dalla bellezza del paesaggio toscano molto ambito per la sua capacità di rendere commerciabile un prodotto altrimenti difficilmente collocabile sul mercato per la mancanza di una domanda reale sostenuta da un aumento demografico. in Toscana si sta realizzando un secondo boom edilizio, paragonabile a quello degli anni 50-60 ( che peraltro vedevano interventi di edilizia popolare finalizzati a dare casa a chi ne era privo, e che oggi sono praticamente assenti nel panorama toscano ed italiano, ancora una volta a differenza dei paesi europei ) senza che sia presente una reale domanda di abitazioni e ciò innescherà fenomeni di sostituzione edilizia, sociale e culturale paragonabile e forse maggiore ( per gli attori interessati ) a quello già conosciuto in tempi passati. Insomma l’approvazione del PRAER poteva essere un’occasione per veramente recuperare le aree delle cave dismesse dando una risposta innovativa e pertinente alle problematiche ambientali ed energetiche emergenti. Non è avvenuto nulla di tutto questo in ossequio ad una politica di governo del territorio vecchia e non piu sostenibile. La Toscana ha veramente operato al ribasso, svendendo il suo territorio
Lucca, 13.12.2007.
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