Rettifica articolo sulla tutela a Gela 20-12-2007 Nuccio Mulè
Alla cortese attenzione dell’Assessore Regionale ai BB.CC. On.le Lino Leanza
Al Presidente nazionale dell’Archeoclub d’Italia Avv. Walter Mazzitti
Ai responsabili di Gela dei quotidiani “La Sicilia” e “Giornale di Sicilia” con preghiera di pubblicazione per diritto di rettifica
In merito all’articolo, relativo ad una lettera della Soprintendente ai BB.CC.AA. di Caltanissetta R. Panvini all’indirizzo del sottoscritto, apparso sulla pagina di Gela in data 6 novembre c.a., prego la S.V. di pubblicare o sintetizzare su stessa pagina la seguente: Non nascondo l’amarezza di aver subito un attacco personale, peraltro gratuito e con considerazioni che lasciano il tempo che trovano, da parte della dirigente della Soprinte-denza ai BB.CC. di Caltanissetta. Non voglio andare dietro la Panvini nelle sue elucubrazioni mentali né tantomeno rispondere per le rime alle considerazioni che ha fatto sul mio conto che dimostrano solamente la volontà di screditare e di offendere, come se cercasse volutamente di ricevere risposte offensive, ma per educazione certamente non lo farò. D’altro canto, la caduta verticale nei toni e nello stile della Panvini, dirigente di una istituzione pubblica, si commenta da sola. Una cosa è certa: che il sottoscritto, per niente scalfito dal dileggio operato nell’articolo, continuerà a svolgere il proprio compito di tutela e di valorizzazione del territorio e del pa-trimonio culturale di Gela così come ha fatto in precedenza dandone anche notizia, sempre e comunque, ai mass-media. Che cosa ha spinto la Panvini a perdere le staffe e inveire nervosamente nei miei confronti, forse il fatto di non essere stata accontentata dal presidente nazionale dell’Archeoclub d’Italia a cui si è rivolta pretendendo la mia destituzione da responsabile della sede locale? Oppure il fatto che l’unica a parlare di archeologia e di temi ad essa legati deve essere la dottoressa e solo la dottoressa! Ribadisco solo una cosa peraltro ampiamente dimostrabile: il sottoscritto ha empre operato nel rispetto delle persone e delle istituzioni mettendo in primo piano l’interesse per la città di Gela e della sua struttura museale, venendo meno, spesso, a quel motto latino “prima caritas amor sui”. In merito alla inconsistenza di alcune mie affermazioni in ambito archeologico, a parte il fatto che sono semplicemente un cultore di patrie memorie e mai mi sono dichiarato archeologo, vorrei solamente precisare che lo scrivente ha sempre fatto fedele riferimento ai dati forniti dagli archeologi e dalla stessa Soprintendenza, se poi i dati risultano errati l’errore non è mio. Ma a proposito di risibilità a cui si riferisce la Panvini nei miei confronti, è proprio lei che dovrebbe preoccuparsi della risibilità che suscitano certi suoi strafalcioni. Come quello ad esempio, carta canta, di pag. 60 della pubblicazione “Ceramiche attiche figurate del Museo Archeologico di Gela” in cui la archeologa Panvini, trattando la figura-zione di “Eracle nel giardino delle Esperidi” su una lekythos, scrive testualmente di un guerriero “… che regge con la mano sinistra due arance”, arance che, purtroppo per lei, nell’antica Grecia ma anche in Sicilia non erano conosciute, furono infatti importate dagli arabi almeno mille anni dopo; inoltre, è bene sapere che l’albero e i frutti del Giardino delle Esperidi si riferiscono solamente ai pomi. Per brevità mi riservo di documentare, se la Panvini lo desidera, tutti gli altri strafalcioni compresi nelle sue pubblicazioni. In merito al mio appello dei giorni scorsi sulle pagine di questo giornale per la donazione dei reperti, insisto e non cambio nulla su quanto affermato, in quanto confortato dalla nor-mativa vigente (art. 92 del D.L. 22 gennaio 2004, n.42). Infine, considero indecoroso per il direttore del Museo di Gela dover ricevere gratuite esortazioni sui suoi doveri proprio dalla Panvini. Spero che lo stesso dia un’adeguata ri-sposta.
Gela, 7 novembre 2007 Nuccio Mulè, presidente della sede locale di Gela dell’Archeoclub d’Italia |