Con il piede in due staffe 30-01-2008 Ercole Noto
Con la sfiducia al Governo Prodi, le forze politiche propense ad andare subito alle elezioni sono già proiettate verso la campagna elettorale. E qualche vecchia conoscenza si è dichiarato pronto a scendere in campo con un proprio partito prefigurando un suo ritorno nello scranno più alto del ministero di via del Collegio Romano. Avrebbe già pronto un piano per attuare il suo proposito. Come assessore alla Cultura del comune di Milano, incarico che ricopre e si gestisce in regime di autonomia decisionale, ha “le mani libere” - come anch’egli ha ricordato in una recente esternazione, poiché rinunciò a suo tempo a una lista “che poteva dare fastidio a entrambi i candidati sindaci” - una sorta di compromesso che di fatto gli permette di scorazzare liberamente da destra a manca - è l’assessore che in aula si è visto di meno - dal Sudamerica alla Sicilia. Quì va spesso a trovare i suoi degni compari, che nel rispetto di quella tradizionale costumanza isolana per l’ospitalità, lo ingozzano di cannoli, ma non solo; va anche a foraggiarsi. Si ricorda che in Sicilia è Alto commissario per la Villa Romana del Casale, al cui ufficio vanno una buona parte dei proventi dei biglietti d’ingresso, quantificabili per gli incassi del 2007 in circa 200 mila euro. Alla fa ccia dell’Autonomia! Da Palazzo Marino non è detto che dovrebbe dimettersi qualora entrasse al governo. D’altronde, la Moratti permette a un altro di fare il vicesindaco e il deputato. Così quell’uomo, con “il piede in due staffe”, continuerebbe a indirizzare la politica culturale del comune di Milano, magari come consulente esterno di mostre spesso discutibili, e intanto propone la poltrona di assessore per la sorella Elisabetta. Quasi fosse un incarico da poter trasmettere per legami di sangue e lasciare in eredità al popolo dei “lumbard”. Ai Beni culturali serve soprattutto un ministro “equilibrato” come è stato Francesco Rutelli. Ancora meglio se nella prossima compagine di Governo ci dovesse essere una donna cui affidare il dicastero della Cultura. Ercole Noto |