Il "crognolo" millenario di Travale 04-03-2008 Mario Bencivenni
Lettera aperta al sindaco Domenici, al vicesindaco Matulli e all'assesore all'Ambiente del Comune di Firenze
Gentili amministratori,
in una delle mie avventure odeporiche in quel di Maremma e in particolare in terra di Montieri, nella frazione di Travale, famosa anche per un testo notarile che è una delle più antiche testimonianze toscane di volgare, mi sono imbattuto in uno straordinario esemplare millenario di "crognolo", come chiamano qui il Cornus mascula detto anche Corniolo. Si tratta di un'essenza che cresce spontanea nei nostri boschi, con foglie ellittiche acuminate, frutti rossi (come delle piccole ciliegie). Serve come cibo agli uccelli e il suo legno molto duro è fin dai tempi antichi usato per conciare le pelli di capretto o per ricavarne bacchette per battere la lana (operazione tipica dei tappezzieri di una volta, oggi quasi completamente dimenticata con l'affermazione della grande distribuzione che offre materassi in lattice o altre materie a prezzi convenienti). Le bacche, quando sono ben mature, sono commestibili anche dall'uomo e servono per preparare ottimi liquori. Il legno è molto ricercato dagli ebanisti; dai semi si ricava olio buono per i saponi e per ardere. Il Crognolo quando cresce nel bosco è in genere soffocato da piante che crescono più rapidamente e quindi rimane nelle dimensioni di un arbusto selvatico. La pianta di Travale ha avuto invece la fortuna di crescere accanto ad una casa colonica e i contadini del luogo l'hanno subito amata e custodita con cura come una pianta sacra oltre che bella alla vista. Grazie alla loro cura questa pianta ha potuto raggiungere dimensioni straordinarie. In questi giorni è piena di fiorellini gialli ed è un vero spettacolo per gli occhi e per l'anima. Davanti a lei non ci si può che commuovere per la bellezza dei colori, delle forme, dei profumi che ci regala. Ecco, con questa lettera aperta vorrei farvi una preghiera: smettetela di tagliare alberi che compongono la foresta urbana della nostra città in nome della modernità e con l'assicurazione che dopo aver abbattuto una pianta se ne può ripiantare un'altra. Se questa vostra filosofia fosse giusta, questo stupendo esemplare secolare di Corniolo di Travale non esisterebbe e non ci darebbe più gratuitamente una quantità enorme di emozioni e gioia. Credete: oggi non può esistere modernità senza il rispetto più rigoroso e incondizionato degli alberi. Ogni albero abbattuto è un'offesa alla modernità e una manifestazione di barbarie.
Con i miei più distinti saluti |