SCACCO A LA REGINA - Quer pasticciaccio brutto dei Beni Culturali 18-01-2005 Vittorio Emiliani
Svilito il lavoro delle soprintendenze. Bloccate le assunzioni di funzionari. Personale invecchiato. Complicazioni burocratiche fastidiosissime. Un groviglio per apporre un solo vincolo. Insomma “è evidente l’intento di vanificare le pur minime capacità degli uffici”. Questo l’impietoso, e purtroppo realistico, quadro sullo stato pre-agonico in cui è stato ridotto il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, dipinto da Adriano La Regina a Francesco Erbani di “Repubblica”. Il prof. La Regina per un trentennio autorevole e inflessibile soprintendente ai beni archeologici di Roma, non è stato quindi confermato dal governo Berlusconi al posto nel quale era stato prorogato in agosto per un triennio (dopo i 67 anni) dallo stesso ministro Urbani. Smentito, quest’ultimo, in maniera mortificante dal collega di governo Baccini. Non c’è un euro per La Regina, già in servizio da mesi, né per altri nella sua situazione: la direttrice degli Uffizi, Anna Maria Petrioli Tofani se ne andrà negli Stati Uniti. In marzo altri pensionamenti eccellenti. Un nuovo duro colpo alla struttura.
Umiliante il pasticcio amministrativo. Indegna, suicida la liquidazione di alte competenze, di cui c’è invece enorme bisogno. “Le regole sono saltate. Si punta a sostituire i soprintendenti fastidiosi”, accusa La Regina che in tanti anni di carriera, in Abruzzo e poi a Roma, ha lasciato segni profondi della sua capacità:dall’antica Saepinum alla costruzione del sensazionale sistema dei musei archeologici a Roma. E a Roma non intendono incassare senza reagire : giovedì prossimo i sindacati e le associazioni dei dipendenti annunciano battaglia. Gli uffici della Soprintendenza ma anche tutti i musei, i Fori e il Colosseo resteranno chiusi per due ore per un’assemblea di protesta organizzata “contro il licenziamento” del soprintendente La Regina.
Uno dei rari soprintendenti a prendere la parola in pubblico per dire quanto pensava delle privatizzazioni, della Patrimonio SpA, del nuovo Codice Urbani, ecc. Nulla da eccepire sul suo successore, Angelo Bottini, titolare a Firenze. Già, ma cosa ne sarà di Firenze? Verrà gestita da un reggente?
E’ l’ora dei reggenti, spesso giovani, in qualche caso entrati neppure per concorso ai tempi della legge n.285, cioè senza alcuna selezione. Fra i 46 dirigenti centrali nominati da Urbani rientrano i Soprintendenti regionali fra cui si contano appena 1 archeologo (De Caro in Campania) e 1 storico dell’arte (Paolucci in Toscana). Tutti gli altri sono o architetti o amministrativi.
Storia dell’arte e archeologia umiliate e devitalizzate.
Come tutta la tutela mirata, specifica.
Poi ci sono i trasferimenti che sconcertano e spaventano : mesi fa, l’ottimo Francesco Scoppola dalle Marche al nulla, Mario Lolli Ghetti dalla Toscana, dove aveva fatto bene, nelle Marche (e non è una promozione). Adesso Luisa Fornari, da una vita, con onore, a Parma, spedita, non a Bologna e Romagna da dove se n’è andata Jadranka Bentini (“Non sono più le Soprintendenze dove siamo cresciuti”), bensì a Siena, lei, specialista d’arte emiliana.
“Vengono nominati Soprintendenti di settore”, accusa il segretario della Uil BCA, Gianfranco Cerasoli, “funzionari che nelle graduatorie di concorso per Architetto sono risultati al 26° posto come Anna Maria Affanni destinata addirittura al Lazio, mentre si manda ad Ancona un altro reggente, Luciano Garella che non risulta neanche fra i 64 architetti idonei all’ultimo concorso da dirigente”. I concorsi, la selezione, ma chi se ne preoccupa più? I primi non vengono indetti dal 1997.
Un Ministero dai compiti delicatissimi, snervato, impaurito, investito da un vortice di trasferimenti, di cambiamenti normativi (in quattro anni un Testo Unico e poi il discusso Codice), con complicazioni incredibili, specie per i vincoli, ora… “collegiali”. E con la spinta a rendere privati i musei: l’Egizio di Torino, primo della serie, ha denunciato Daniele Jalla dell’ICOM, non sarà diretto da un egittologo. Onore alla competenza.
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