LETTERA APERTA AD ALAIN ELKANN 23-06-2008 Gaetano Gaziano
Gentile Dr. Elkann,
le ricorderò un episodio della sua vita familiare che certamente le farà piacere e di cui lei forse non è a conoscenza dato che, quando accadde il fatto, lei o non era nato o era giovanissimo. Mi riferisco al progetto di costruire, alla fine degli anni Cinquanta, dei capannoni della Fiat nella Valle dei Templi di Agrigento, esattamente nella piana di S.Gregorio, sotto il tempio della Concordia, dalla quale piana qualche anno dopo Papa Wojtila lancerà il famoso anatema contro la mafia. E non era solo un'ipotesi campata in aria: era un progetto concreto che aveva ricevuto tutti i visti prescritti dalla normativa vigente in quegl'anni. Tutti tranne uno: quello dell'allora giovane sovrintendente ai beni culturali di Agrigento, il dr. Pietro Griffo, che disse no a quel dissennato progetto. E fece scalpore: politici e sindacalisti di Agrigento ne chiesero il trasferimento. Ma Griffo puntò i piedi e resistette alle forti pressioni, riscuotendo il plauso del mondo intero della Cultura. E la Fiat fece un passo indietro, perché Gianni Agnelli ebbe a dire, come riportarono le cronache del tempo, “non possiamo profanare un luogo sacro come la Valle dei Templi di Agrigento”. Poi quei capannoni vennero costruiti a Termini Imerese. Oggi un altro tentativo ben più grave e minaccioso di “industrializzazione” della Valle dei Templi” viene portato avanti da industriali senza scrupoli, con la complicità dei nostri politici e sindacalisti (di destra, di centro e di sinistra -se ancora esiste una sinistra-) che non ho esitato a definire “ascari” e di alcuni funzionari pubblici infedeli: il progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine sud-occidentale del parco archeologico della Valle. Questi nuovi barbari, che siedono nei consigli di amministrazione delle multinazionali dell'energia e che sponsorizzano (come attività di facciata) associazioni ambientaliste (o sedicenti tali), hanno un solo valore: il denaro! D'altra parte non hanno alle spalle la cultura industriale (e non solo industriale) degli Agnelli. I cosiddetti “boiardi” di Stato sono industriali non per tradizione familiare ma per nomina politica. Sono stati definiti in vario modo: capitalisti “straccioni”, capitalisti “senza capitale”, D'Alema li ha pure chiamati “capitani coraggiosi”. Si, è vero, hanno molto coraggio, soprattutto quando si tratta di autoattribuirsi (mi riferisco ai manager e ai componenti del cda dell'Enel) stock-option per un valore di 12 milioni di euro che, ora, il ministro Tremonti sta tentando di ridurre “solo” a 9 milioni. Il più benevolo di tutti è stato Bertinotti che li ha definiti capitalisti “impresentabili”. Questi “boiardi di razza” non hanno la sensibilità di un Gianni Agnelli e non faranno mai un passo indietro sul rigassificatore nella Valle dei Templi. Oggi mi rivolgo a lei, gentile dr. Elkann, nella sua qualità di presidente dell'associazione “Mecenate90”, che ha fatto del motto di Dostojevskji “la bellezza salverà l'umanita” la propria filosofia e strategia di azione in difesa del patrimonio culturale, e nella sua qualità di neo consulente del ministro Sandro Bondi, perché spenda la propria autorevolezza morale in favore di uno dei simboli della bellezza universale: la Valle dei Templi di Agrigento, inserita dal 1997 nella World Heritage List dell'Unesco. Purtroppo oggi, ed è molto amaro considerarlo, non è la “bellezza” che prevale ma è la “bruttezza” che sta uccidendo gli ultimi luoghi del “bello universale”, ubbidendo questi “boiardi” alla sola legge che conoscono: quella del profitto avido e amorale! Gaetano Gaziano, Comitato Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento
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