LETTERA APERTA A TUTTI I CROTONESI 08-08-2008 Giorgio Greco
Una sorta di aneddoto sulla natura dei crotonesi parla di due persone che trovano una lampada magica e, dopo averla strofinata, il genio chiede a colui che l’ha trovata di esprimere un desiderio, “ma sappi che all’altra persona darò il doppio di quello che chiedi tu”.
Dopo aver pensato a tutte le ricchezze possibili e al fatto, però, che l’amico avrebbe avuto il doppio, l’uomo che trovò la lampada disse al genio: “cacciami un occhio” in modo da levarne due all’altra persona.
Forse non è il modo migliore per iniziare a esprimere, da crotonese e da appassionato di archeologia, cultura, letteratura e turismo, lo sconforto per quanto accaduto in queste settimane al Museo archeologico di Capocolonna.
Se andate sul sito www.patrimoniosos.it trovate una lettera dell’assessore comunale alla Cultura (scusate ma non è uno scherzo), Giovanni Capocasale, che quasi quasi stava per stappare una bottiglia alla notizia che il Ministero aveva interrotto la gestione del museo da parte della Provincia di Crotone.
Come può un rappresentante istituzionale di una città gloriosa come Crotone esprimersi su quanto sta accadendo a Capocolonna con interventi del tipo: “Il provvedimento del ministero, che ne è l'esclusivo titolare, è un chiaro e forte segnale di contrasto all’approssimazione e alla accondiscendenza, sia politica che amministrativa passata e segna un’inversione di rotta per favorire una gestione legittima dei beni culturali, siti nella città di Crotone”.
Che vuole dire l’assessore Capocasale con queste parole. Che il suo unico e principale obiettivo da quando è diventato assessore era quello di demolire quanto di buono stava costruendo la Provincia di Crotone attraverso la Fondazione Odyssea a Capocolonna?
Che è normale che una istituzione possa andare così, senza alcun criterio se non quello dell’autodistruzione, contro un’altra istituzione che tanto ha fatto perché il museo di Capocolonna riaprisse?
Scusate, ma non è uno scherzo. Siamo all’assurdo. L’assessore alla Cultura del comune Capoluogo che infonde in tutti il sospetto che dietro il provvedimento del Ministero sul museo di Capcolonna ci sia l’azione dell’Amministrazione comunale, o meglio dell’assessore Capocasale. Come può definirsi istituzione costui. Come può definirsi crotonese e amante di Crotone e dello sviluppo di questo territorio. Chi rappresenta l’assessore Capocasale se non i Saraceni che arrivano sulle coste crotonesi per prendere il bottino e distruggere tutto quello che trovano? E ancora, come si fa a parlare di “forte segnale di contrasto all’approssimazione e all’accondiscendenza politica e amministrativa….inversione di rotta per favorire una gestione legittima dei beni culturali”. Non abbiamo capito bene: “una gestione legittima dei beni culturali”, cosa vuole dire ancora l’assessore Capocasale? Su gestione legittima e non solo di beni culturali forse i crotonesi avrebbero da dire altre cose, magari in quali palestre si possa giocare liberamente a pallavolo. Magari. Ma queste sono altre storie. E poi chiedo ancora all’assessore alla Cultura, Capocasale di spiegare cosa significa: “I ripetuti interventi e le richieste di questa amministrazione comunale verso il ministero dei Beni culturali e la direzione regionale puntano alla fruibilità permanente e non occasionale dei beni culturali, proprio ora che è iniziata la stagione estiva e la città accoglie, come ogni anno, importanti e numerosi flussi turistici”. E perché la stessa solerzia che ha avuto Capocasale per il museo di Capcolonna non l’ha avuta per il museo nazionale di via Risorgimento? Forse quello non rientra nei beni culturali e nel livore polemico che meritano l’attenzione dell’assessore Capocasale? Ho letto della conferenza stampa del presidente Iritale che è stato fin troppo galantuomo nel non usare altra terminologia che quella che lo stile istituzionale impone. Poi, ho seguito, dalle colonne di un giornale, tutta la cronistoria della revoca della gestione del Museo. Quasi come si faceva una volta con l’anteprima al cinema, loro sapeva tutto prima. E forse non solo loro sapevano prima. Poi, d’incanto, sulle colonne dello stesso giornale, cambiano i toni cambia lo stile, e Capocolonna torna ad essere un luogo incantato e suggestivo dove “i corbezzoli nascono spontanei e il profumo” invade ecc.ecc. Si torna poeti e si scopre una vena artistica che fino a qualche settimana prima era repressa e soffocata. Così come repressa e soffocata è la libertà di alcuni personaggi che per coprire le proprie magagne parlano di guardiani della libertà contro il malaffare del potere, ma sono solo pretoriani al servizio di conto terzi. Però! Tra l’altro vorrei far notare sia all’assessore Capocasale che ai suoi megafoni, che quello di Capocolonna non è un “anfiteatro”, ma un teatro, classico. “La differenza esteriore tra un anfiteatro e un teatro è che l'anfiteatro è di forma ellittica mentre il teatro è semicircolare” vocabolario della lingua italiana. Il Colosseo è un anfiteatro, infatti, il suo vero nome è anfiteatro Flavio. Ma cosa volete che importi ad un assessore alla Cultura e ai suoi megafoni questa differenza.
La rinascita culturale di Crotone non può attuarsi se personaggi istituzionali manovrano per demolire e poi sventolano la bandiera della crotonesità e della legittimità. Lei assessore Capocasale dovrebbe spiegare ai suoi concittadini in che stato si trova oggi il Museo di Capocolonna e che servizi offre. E lo dovrebbe spiegare “proprio ora che è iniziata la stagione estiva e la città accoglie, come ogni anno, importanti e numerosi flussi turistici”.
Ai miei concittadini chiedo scusa per i toni e per lo sfogo, ma la delusione è davvero tanta quando passi giornate intere a lavorare per far fare un mezzo passo in avanti al nostro territorio e poi qualcuno lavora per fartene fare dieci indietro. Come al solito a perderci sono Crotone e i crotonesi, e a farli perdere sono coloro che dovrebbero rappresentare questo territorio. Perciò assessore forse farebbe bene a dimettersi prima da crotonese. p.s. A fine agosto farete leggere il registro con i commenti dei visitatori? E si potrebbe fare una verifica dei numeri?
Giorgio Greco Laurea in Conservazione dei Beni culturali
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