Il Paesaggio Invisibile Dispositivi minimi di neo-colonizzazione Librìa, 2008 16-10-2008 Davide Pagliarini
Gian Piero Saladino: "Il Paesaggio Invisibile. Un libro-indagine e un progetto sulla costa iblea", Ragusa, 2008. 30 chilometri di costa, 3 chilometri di dune costiere, più di 2 chilometri di residui da dismissione agricola, con il 71,4% del litorale soggetto a erosione, 28.000 pozzi di prelievo idrico privati, 305 case su mille inutilizzate e con 120 mq di superficie media per costruzione, oltre 7.500 ettari di superficie coltivata in serre, il 42,8% di costa compromessa da agricoltura intensiva. Questi, i dati più significativi che introducono il libro di Davide Pagliarini, edito da Librìa, intitolato “Il paesaggio invisibile – dispositivi minimi di neo-colonizzazione”, nato da una iniziativa di ricerca e progettazione interdisciplinare di New Landscapes (www.newlandscapes.org), laboratorio di architettura e comunicazione visiva che si occupa di pianificazione e progettazione paesaggistica e del recupero ambientale, con particolare attenzione alle tecnologie per il risparmio energetico e all’uso sostenibile delle risorse. Il testo raccoglie l’esito di un’indagine aggiornatissima sugli insediamenti informali costieri della Sicilia sud-orientale, relativi a una parte dei litorali delle province di Ragusa e Caltanissetta, sviluppata con la collaborazione di tecnici e ricercatori nel campo dell’ingegneria, dell’architettura e dell’antropologia. Esso contiene, oltre allo studio delle potenzialità dell’area, un progetto per una serie di infrastrutture pubbliche attrezzate con servizi ecologici a supporto degli insediamenti presenti: potabilizzazione dell’acqua, riuso delle acque reflue, raccolta film agricoli in polietilene, servizi pubblici di quartiere. Il progetto si inserisce all’interno di una iniziativa di sensibilizzazione ai temi della gestione sostenibile del territorio, con l’intento, da una parte, di incentivare le economie locali legate all’agricoltura e al turismo, dando visibilità a realtà istituzionali e imprenditoriali interessate a promuovere una cultura della gestione sostenibile e, dall’altra, di indurre negli abitanti una maggiore coscienza del territorio per uno sviluppo compatibile con l’ecosistema mediterraneo. Il testo, ricco di dati, immagini, analisi e proposte operative, e dall’aspetto grafico eccellente, potrebbe diventare spunto per un evento culturale che affronti seriamente i temi dell’energia e dell’ambiente quale opportunità di sviluppo produttivo del territorio ibleo, e merita certamente di essere “goduto” da interlocutori qualificati e/o appassionati ai temi connessi allo sviluppo “tramite” la valorizzazione dell’ambiente. |