Enel: ma che fai - la replica 21-10-2008 Isabella Teresi
Caro Gueli, contrariamente a quanto lei sostiene, in tutto il mondo si costruiscono rigassificatori. Dalla Spagna alla Francia, dall'Inghilterra al Giappone, dagli Stati Uniti al Portogallo. Non è certo una balzana idea dell'Italia. Semmai in Italia abbiamo una ragione in più per costruire rigassificatori; evitare di dipendere solo dai gasdotti che ci collegano a Paesi che non sono tra i pià stabili del mondo. Il 70% del gas che serve al Paese arriva dalla Russia o dal Nord Arfrica: basta che una di queste arterie per una ragione o per l'altra si occluda e rischiamo di restare al freddo e al buio. Stabilito quindi che non si tratta solo di "cieco" business, ma di infrastrutture essenziali per la sicurezza energetica dell'Italia, resta da valutare se la localizzazione a Porto Empedocle sia corretta o meno. Deve sapere che le procedure per ottenere l'autorizzazione a costruire un impianto simile sono in Italia particolarmente lunghe e severe. Decine di esperti giudicano la qualità del progetto dal punto di vista della sicurezza, dell'ambiente, dell'impatto sul paesaggio e sulle attività del territorio. Nonostante quello che lei pensa siamo in una democrazia. Se le istituzioni autorizzano un progetto è perché lo ritengono valido e necessario per la sicurezza energetica del Paese. Del resto, se nemmeno il parere favorevole del ministro Pecoraro Scanio, del presidente del Fai, dei soprintendenti ai beni culturali e archeologici la convincono, non ci riusciremo certo noi. Sono queti i "potenti" arroganti e spregiudicati di cui parla nella sua lettera? Guardi che l'unico rigassificatore esistsnete in italia non sorge certo in una zona "povera". Sorge a Panigaglia, presso Lerici, nel Golfo dei poeti. Un territorio conosicuto e amato in tutto il mondo per la sua bellezza. Il rigassificatore è lì da decenni e non ha mai creato problemi al turismo, alla navigazione, alla pesca. E tanto meno alla sicurezza degli abitanti di una delle Regioni più avanzate d'Italia. E lo stesso posiamo dire per i rigassificatori in Bretagna o in Cantabria o nella rada del porto di Tokyo. Chi è che offende con superficialità e insensibilità e arroganza il lavoro di tanti ingegneri e tecnici che hanno progettato uno degli impianti di rigassificazione tra i più sicuri e "belli" al mondo? Chi è che offende il giudizio ben meditato di tanti ambientalisti, politici, giornalisti italiani e non che ritengono la nuova infrastruttura un'occasione per la bonifica e lo sviluppo di un territorio da altri devastato e deturpato?
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