Reclutamento “alla genovese” per i funzionari dei musei civici 04-11-2008 Uno storico dell’arte
Circa 350 candidati sono confluiti la settimana scorsa nelle aule della Facoltà di Economia alla Darsena per sostenere la preselezione per 4 posti da Funzionario Servizi Socio Educativo Culturali bandito dal Settore Musei del Comune di Genova. L’ultimo concorso del genere i musei civici l’avevano avuto negli anni ’80.
Si sa, in questo paese tutti sono pronti a riempirsi la bocca di cultura e di beni culturali ma poi, quando concretamente si deve predisporre una struttura ad essi funzionale la maggior parte delle amministrazioni si tira indietro. Non è il caso del Comune di Genova che, gliene va dato atto, anche attraverso questo bando, continua a investire in questo campo.
Nel caso, la declalatoria prospetta ai futuri funzionari comunali l’impiego nel “sistema museale genovese -lo cito- prioritariamente nelle seguenti strutture museali: Museo di Archeologia Ligure, Musei di Arte Antica (Musei di Strada Nuova, Centro di Documentazione sulla storia dell’immagine della città (sic! la denominazione corretta è: Centro di Documentazione per l’Arte, l’Immagine e la Storia di Genova), Museo di S. Agostino, Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo), Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce e Galleria d’arte moderna”.
Se il buongiorno si vede dal mattino, il refuso sull’esatta denominazione di uno dei suoi fiori all’occhiello, il Centro di Documentazione per l’Arte, l’Immagine e la Storia di Genova di Palazzo Rosso, non è poi cosi banale, o meglio, esso è un indicatore della scarsa conoscenza dell’argomento da parte della redazione del bando stesso. La commissione preposta all’uopo dall’ente ha poi espletato, venerdì scorso alla Darsena, una preselezione, come va di moda oggi, a quiz a risposta multipla e, se tanto mi da tanto, diciamolo volgarmente, “non c’è trippa per gatti”. Eppure tutti noi provenienti da facoltà umanistiche in ossequio al bando, storici dell’arte, archeologi, archivisti e persino architetti, alcuni probabilmente all’attivo di un cursus di tutto rispetto nella direzione di musei o nell’organizzazione di mostre, un po’, alla fine, siamo rimasti a bocca asciutta, delusi già dalla preselezione. Settanta quesiti in un’ora. Tante le domande di legislazione, ben vengano, tante quelle di archeologia, tantissime di museotecnica, tutte legittime ma -attenzione- neppure una domandina di storia dell’arte o di storia delle collezioni stesse di cui i candidati andranno a occuparsi. Ci indicano “prioritariamente” le istituzioni di cui saremo a incaricati eppoi non ci chiedono almeno quale ragguaglio sulla loro consistenza, sulla formazione, che so io, sui capolavori di cui pure dispongono le collezioni civiche genovesi. L’amministrazione comunale stessa si è mirabilmente spesa, soprattutto nell’ultimo decennio, attorno a alcune mostre che hanno fatto luce su palazzi, committenti e opere ma da oggi apprendiamo che i futuri responsabili non sono tenuti a conoscerne la genesi, né un nome, né una data.
Questa volta il messaggio sembra forte e chiaro: il comune di Genova intende forse cambiare indirizzo delle proprie politiche culturali? L’interrogazione potrebbe anche essere rovesciata. Si può anche ipotizzare che la grave lacuna di domande da storici dell’arte, vada più banalmente attribuita alla commissione che, a quanto sembra, non dispone di questa qualifica tra i suoi tre membri.
Un’amara costatazione lasciatecela fare: è davvero imbarazzante, per non dire immorale, essere giudicati da una commissione che nulla ha a che vedere con la propria formazione e con la comunità scientifica di appartenenza. (Da quando in qua l’esame per accedere alla professione di medico viene presieduto da un archeologo?!)
Ci dicono che la commissione del concorso degli anni ’80 era composta, fra gli altri, da Ferdinando Bologna, decano degli storici dell’arte. Perché oggi nessuna di queste grandi personalità è stata invitata dal Comune di Genova a giudicarci?
Se è così ce lo dicano chiaramente, senza scomodare attraverso un bando pubblico gli storici dell’arte, contribuendo allo smantellamento e allo svilimento di una professionalità che invero è stata decisiva per lo sviluppo di questa come di molte altre città e civiltà.
P.S. Le prove scritte dei candidati che avranno superato la selezione (saranno pubblicati sul sito del comune questo venerdì 31 ottobre) si terranno i prossimi 5 e 6 novembre.
Uno storico dell’arte
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