I MUSEI NON SONO MCDONALD’S 15-11-2008 Alfio Lisi
Da manager McDonald’s a McMusei, dagli hot-dog agli hot-musei, dagli hamburger a Giotto, ecco l’identità del primo nuovo manager dei Musei italiani incaricato dal Ministro dei Beni Culturali, Bondi, di aziendalizzare e, ovviamente, monetizzare i musei italiani, vero tesoro della nostra nazione per l’eternità..
A quanto pare, grazie al Ministro Bondi, la strada per il manager, o ex, di McDonald’s Italia, Mario Resca, è tutta in discesa. Eppure, anche forse per lo stesso Ministro, fino a qualche giorno addietro era impensabile (ma forse non era proprio così per il ministro Bondi) che a sovrintendere dal ministero ai Beni Culturali i numerosi e ricchissimi di capolavori potesse essere un qualsiasi manager senza che esso abbia una profonda cultura in abito artistico e storico.
Vorrei ricordare, per parlare di cose di casa nostra, che proprio Resca, da poco manager di McDonald’s Italia, riuscì negli anni ’90 a trasformare, grazie all’allora amministrazione, lo storico Cinema Olimpia (uno dei tre cinema Liberty di Catania insieme all’Odeon e all’ex Diana, da tempo Benetton) nel primo fast-food McDonald’s per la città e il tutto in barba al Liberty e del centro storico (ricordo che all’inaugurazione il sottoscritto, dopo numerose proteste, rimaste inascoltate, da parte della società civile, organizzò all’ingresso dell’Olimpia un sit-in di contestazione, ma senza alcun esito).
Ma cosa c’azzecca un manager di hot-dog con l’arte e con il patrimonio dell’umanità costituito dalle opere protette all’interno dei musei sparsi in ogni regione d’Italia? Non dimentichi il Ministro ai Beni Culturali che le opere d’arte e tutto il resto del patrimonio artistico-culturale e storico di questa nazione non sono “cosa nostra” ma sono patrimonio della nazione, patrimonio dell’Umanità, e patrimonio del nostro futuro e non merce di scambio a suon di denaro, né tanto meno azienda da sfruttare al fine di fare cassa.
Alfio Lisi Catania |