Beni Culturali e lavoro in Capitanata: non servono comizi ma interventi seri e competenti. A proposito di una Tavola Rotonda a Foggia 16-10-2005 Giuliano Volpe, ordinario di archeologia tardoantica, Università di Foggia
Si è svolta ieri a Foggia una sedicente 'Tavola Rotonda su Beni Culturali e lavoro. Una sfida per la Capitanata' organizzata dalla Associazione per la Qualità della Vita, che con questa iniziativa ha chiaramente esplicitato la sua natura di organismo parapartitico, evidentemente utile in vista delle prossime elezioni. Alla manifestazione di stampo chiaramente propagandistico e politico (nel senso deteriore del termine) hanno partecipato l'on. M. Vernola e l'on. A. Martusciello, sottosegretario ai Beni Culturali, che hanno tenuto sostanzialmente comizi in difesa del governo attuale, dell'ex giunta regionale Fitto, e addirittura anche della riforma elettorale proporzionale, i cui esiti positivi riguarderebbero evidentemente anche i beni culturali. La natura di parata propagandistica dell'incontro, che non aveva e non voleva avere assolutamente un'impostazione di approfondimento né tecnico-scientifico né seriamente programmatico, traspare sia dal mancato coinvolgimento di specialisti del settore attivi in Capitanata (si ignora evidentemente che nell'Università di Foggia c'è uno specifico Corso di Laurea in Beni Culturali e un Dipartimento molto attivo in questo campo nel territorio), sia dalla totale voluta assenza di confronto e di dibattito. Ciò che però ha maggiormente offeso quanti tra i presenti hanno una piena consapevolezza dei problemi relativi allo studio, alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione e un'approfondita conoscenza della situazione difficile e delle notevoli potenzialità dei beni culturali dauni, della loro drammatica condizione di degrado diffuso (si è citata per esempio la 'splendida Herdonia', evidentemente ignorando l'attuale stato di completo abbandono del sito, ancora in proprietà privata pur dopo quarant'anni di scavi sistematici, per non parlare della Tomba della Medusa di Arpi e dei tanti altri esempi poco edificanti del nostro patrimonio culturale) è la completa incompetenza e inconsistenza che traspariva da quanto si è detto, dalla retorica becera delle bellezze artistiche, del paesaggio e delle tradizioni di cui si ha una conoscenza approssimativa e una visione assolutamente strumentale, dall'esaltazione di una visione esclusivamente mercantilistica ed economicistic dei beni culturali, del magnifico ruolo che dovrebbero avere i privati (sul cui pieno coinvolgimento nessuno ha peraltro più preclusioni) a fronte del sempre maggiore disimpegno dello Stato (basti pensare allo stato agonizzante in cui versano le Soprintendenze e Istituti specialistici un tempo prestigiosi come l'Istituto Centrale per il Restauro, privi anche delle risorse minime per effettuare sopralluoghi d'urgenza). Iniziative come queste, mascherate da intenti nobili, ma esclusivamente finalizzate alla propaganda politica costituiscono un'offesa per i tanti seri specialisti del settore costretti ad operare in condizioni di difficoltà e di disagio nel disinteresse politico-amministrativo ancora assai diffuso, un'offesa agli studenti che stanno investendo energie e capacità nella loro formazione professionale (e che infatti hanno manifestato il loro disagio al termine del 'comizio' del sottosegretario), e in definitiva un'offesa allo straordinario patrimonio culturale diffuso in questo territorio, per il quale esso potrà diventare una vera risorsa di sviluppo solo quando verrà realmente sentito come un settore strategico in cui avviare una politica di intervento serio e sistematico, abbandonando finalmente la bassa strumentalizzazione politica, la logica del contributo erogato a pioggia o con mere logiche clientelari, la retorica d'occasione, l'improvvisazione, il dilettantismo e il provincialismo.
Giuliano Volpe Professore ordinario di archeologia tardoantica Dipartimento di Scienze umane Università di Foggia
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