La Val Brenta minacciata 04-03-2009 Paolo Mayr e Salvatore Ferrari*
Il 20 settembre 2008 la sezione trentina di Italia Nostra ha organizzato la Giornata Nazionale Paesaggi Sensibili in Val Brenta (a Malga Brenta Bassa, 1265 m s.l.m.), uno dei luoghi più affascinanti dell’omonimo gruppo dolomitico. Essa rappresenta, infatti, fin dai tempi dei cacciatori mesolitici la via principale d’accesso al Brenta, descritto dai primi alpinisti dell’Ottocento (Freshfield e Payer), in occasione delle loro ascensioni alle cime del Brenta e dell’Adamello. La valle è compresa nel Parco Naturale “Adamello-Brenta”, istituito nel 1988 dalla Provincia Autonoma di Trento, dopo decenni di battaglie di naturalisti e protezionisti, ricostruite dal prof. Franco Pedrotti nella sua ultima fatica editoriale (Notizie storiche sul Parco Naturale Adamello Brenta, Temi editrice, 2008). I valori naturalistici e paesaggistici sono unici, fra i più belli e completi del Trentino e di tutta l’area dolomitica. Costituisce storicamente l’habitat dell’orso bruno alpino e ospita tutte le altre specie alpine prioritarie. Nella vicina area di “Plaza (vasta conca prativa e boscata che segna armoniosamente il connubio tra Uomo e Natura con le sue aree coltivate e con le pregevoli costruzioni tradizionali), situata tra la Val Brenta e l’abitato di Sant’Antonio di Mavignola, è stato autorizzato dalla Provincia Autonoma di Trento il passaggio del “collegamento” funiviario tra gli impianti di Pinzolo e quelli di Madonna di Campiglio. Proprio in “Plaza” è prevista sia la costruzione della stazione di raccordo degli impianti che scendono dal monte di Pinzolo (Grual) e che salgono verso Madonna di Campiglio, che la realizzazione della stazione d’arrivo dell’impianto previsto con partenza da Sant’Antonio di Mavignola. Contro la realizzazione di queste infrastrutture nel cuore di “Plaza”, che se realizzate deturperebbero in maniera irreversibile l’immagine e la funzione paesaggistica della stessa, le associazioni ambientaliste trentine da decenni si battono anche con ricorsi giudiziari al TAR e al Consiglio di Stato ed esposti alla Commissione Europea. Vergognosamente quanto richiesto dagli impiantisti ha ottenuto l’avvallo dell’Ente Parco “Adamello-Brenta” ed è stato furbescamente spacciato quale sistema di mobilità alternativa. Recentemente Italia Nostra e Legambiente hanno inoltrato un ricorso straordinario al Capo dello Stato per scongiurare la realizzazione di questo complesso d’impianti che ricadrebbe in uno dei “paesaggi più sensibili” dell’arco alpino.
* Presidente e Vicepresidente della sezione trentina di Italia Nostra
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